140-143

[140] RAGGI,

[141] RICONOSCIMENTO,

[142] REINCARNAZIONE,

[143] ABBANDONO/RINUNCIA

[140]

RAGGI

(1) I Sette Raggi: Si afferma che nel cosmo esistono sette grandi raggi. Nel nostro sistema solare solo uno di essi è operante. Le sue sette suddivisioni sono i “sette raggi” che, diretti dal Logos solare, sono la base di infinite variazioni nel Suo sistema di mondi. Questi sette raggi possono essere descritti come sette canali attraverso i quali fluisce tutto ciò che esiste nel Suo sistema, le sette caratteristiche predominanti o le sette modificazioni della vita, poiché non si applicano solo al genere umano, ma anche a tutti i sette regni. In effetti nulla esiste nel sistema solare, di qualunque stato evolutivo, che non appartenga e non sia sempre appartenuto all’uno o all’altro dei sette raggi. (14 - 163).

(2) Raggio non è che un nome dato ad una forza particolare o ad un tipo di energia, mettendo in rilievo la qualità che essa palesa e non l’aspetto forma che essa crea. (14 - 316).

(3) Qui potrà essere utile elencare i Raggi e così rinfrescare la memoria del neofita:

Raggi d’Aspetto:

1. Il Raggio del Potere, Volere o Proposito

2. Il Raggio dell’Amore-Saggezza       

3. Il Raggio dell’Intelligenza Creativa Attiva

Raggi d’Attributo:

4. Il Raggio dell’Armonia tramite Conflitto      

5. Il Raggio della Scienza Concreta o Sapere    

6. Il Raggio dell’Idealismo o Devozione           

7. Il Raggio dell’Ordine o della Magia Cerimoniale. (18 - 558).

(4) L’uomo esprime cinque forze:

 1. Raggio dell’anima.

 2. Raggio della personalità.

 3. Raggio del corpo mentale.

 4. Raggio del corpo astrale.

 5. Raggio del corpo fisico. (17 - 52).

(5) Infine, il successivo sentiero di servizio dipende largamente dal raggio su cui è conseguita l’iniziazione. (1 - 182).

(6) È il sottoraggio su cui un essere umano si trova, il raggio minore che varia da un’incarnazione all’altra, a dare in larga misura la colorazione ad una singola vita. È il suo colore secondario. Non si dimentichi che il raggio primario della Monade rimane immutato attraverso gli eoni. Esso non cambia. È uno dei tre raggi primari che sintetizzerà i figli degli uomini. Il raggio dell’ego varia di ronda in ronda e, in anime più evolute, da una razza all’altra e comprende uno dei cinque raggi della nostra presente evoluzione. È il raggio predominante al quale vibra il corpo causale dell’essere umano. Il raggio dell’Ego può corrispondere al raggio della Monade o essere uno dei colori complementari del raggio primario. Il raggio della personalità varia di vita in vita, finché si sia attraversata l’intera gamma dei sette sotto-raggi del raggio monadico.

… Con uomini d’evoluzione abbastanza avanzata, che stanno lottando per avvicinarsi all’ideale, sarà la similarità del raggio egoico a produrre mutua comprensione, alla quale seguirà l’amicizia… . Ma quando, oltre all’uguaglianza egoica del raggio vi sia anche quella del raggio della personalità, allora si verifica quella cosa rara che è l’amicizia perfetta, o un matrimonio ben riuscito, o un legame indissolubile. Sono casi veramente insoliti e rari. (4 - 111/2).

(7) Ogni forma ed ogni essere umano appartengono all’uno o all’altro dei sette raggi qualificatori, e la loro apparenza in una forma fenomenica è caratterizzata dalla qualità del loro raggio basilare. La qualità predominante sarà quella del raggio della vita particolare dalla cui emanazione sono scaturiti, ma includerà anche gli altri sei raggi, in misura minore. (14 - 21).

(8) Ogni essere umano appartiene ad uno dei sette raggi. In ogni vita la sua personalità appartiene all’uno o all’altro di essi, a rotazione, secondo il raggio dell’ego o anima… .

Un raggio, con la sua energia, conferisce particolari condizioni fisiche e determina la qualità della natura astrale-emotiva; caratterizza il corpo mentale; controlla la distribuzione dell’energia, poiché i raggi hanno vibrazioni di frequenza diversa, e governa un determinato centro del corpo (che varia con il raggio) tramite il quale avviene tale distribuzione. Ogni raggio agisce principalmente attraverso uno dei centri, e mediante gli altri sei in un certo ordine specifico. Il raggio predispone l’uomo a determinati fattori di forza o debolezza, e ne costituisce il principio di limitazione, pur dotandolo di certe facoltà. Ne controlla le modalità dei rapporti con gli altri uomini, ed è la causa determinante delle sue reazioni nella forma ad altre forme. Gli conferisce caratteristiche e qualità, la tonalità generale sui tre piani della personalità, e ne modella l’aspetto fisico. Certe attitudini della mente sono facili per un tipo di raggio, ardue per un altro, e quindi la mutevole personalità passa di raggio in raggio, di vita in vita, fino ad avere sviluppate ed espresse tutte le qualità.

Alcune anime, per il loro destino di raggio, si trovano in certi campi di attività, ed uno di questi in particolare rimane relativamente invariato per molte esistenze… . Quando un uomo ha percorso i due terzi del cammino evolutivo, il tipo di raggio della sua anima comincia a dominare quello della personalità e quindi a governare la tendenza della sua espressione sulla terra… . (14 - 128/9).

(9) A volte mi chiedo se vi rendete conto dell’enorme importanza dell’insegnamento impartito sui sette raggi, quali energie manifeste… . Grazie ai molti insegnamenti circa i sette raggi ed i sette Signori di raggio, ora vi si può scoprire molto di più; quelle sette grandi Vite possono essere intese e conosciute come le essenze e le energie attive che informano tutto ciò che è manifesto e tangibile nel mondo fisico ed in tutti gli altri piani dell’espressione divina. (17 - 583).

(10) I discepoli sui diversi raggi avranno tutti la medesima meta, faranno gli stessi esperimenti, passeranno per le stesse esperienze e arriveranno egualmente all’espressione divina. Però le loro qualità e i loro modi d’accostamento, le loro reazioni e le nature distintive saranno diversi secondo il loro tipo di raggio; questo costituisce una fase interessantissima e poco nota del nostro studio sull’iniziazione. (18 - 338).

(11) Ogni grande raggio, quando viene in incarnazione, trasforma il linguaggio del ciclo, arricchisce il vocabolario esistente e apporta all’umanità nuove conoscenze; le numerose civiltà — passate e presenti — sono il risultato di tutto ciò. (18 - 646).

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[141]

RICONOSCIMENTO

La terza caratteristica che deve essere sradicata e distrutta completamente è quella di ricercare ogni tipo di riconoscimento, sia che esso venga accordato dal mondo degli uomini, che da altri discepoli o dal Maestro.

La capacità di lavorare senza desiderare alcun riconoscimento, di vedere altri reclamare la ricompensa dell’azione compiuta, e perfino di essere noncuranti che i risultati del bene iniziato dal singolo discepolo o dal suo gruppo siano rivendicati da altri, sono i segni che contraddistinguono chi opera nella Gerarchia. I Maestri non ricevono alcun riconoscimento per il lavoro compiuto dai Loro discepoli, pur avendo Essi dato inizio all’impulso originale e fornito tanto la guida che la direzione. Il discepolo attua il piano, assume la responsabilità, paga il prezzo buono o cattivo, ossia gli effetti karmici dell’attività istituita, ed è lui che riceve il riconoscimento della folla. Ma fino a quando il discepolo non cercherà più alcun riconoscimento, fino a quando non cesserà di pensare in termini di risultati e non ignorerà la reazione del mondo al suo lavoro di discepolo, dovrà fare ancora molta strada prima di conseguire le iniziazioni superiori. (18 - 211/2).

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[142]

REINCARNAZIONE

(1) I cristiani in genere confondono la legge della rinascita con quella che chiamano la “trasmigrazione delle anime”, e spesso credono che implichi il passaggio degli esseri umani in corpi animali o in altre forme inferiori. Ma non è così…

Oltre al fatto che tale legge esiste, sappiamo ben poco…

Possiamo fare soltanto alcune affermazioni che non possono essere contraddette:

l. La legge della rinascita è un’importante legge naturale del pianeta.

2. È un processo che viene iniziato e regolato dalla legge di evoluzione.

3. È strettamente connessa con la legge di causa ed effetto, e da questa condizionata.

4. È un processo di sviluppo che consente all’uomo di elevarsi dalle più grossolane forme di materialismo senza pensiero, alla perfezione spirituale e alla percezione intelligente, in virtù delle quali diviene membro del regno di Dio.

5. Giustifica le diversità esistenti fra gli uomini e insieme con la legge di causa ed effetto (in Oriente detta legge del karma), differenze di circostanze e atteggiamenti verso la vita.

6. Esprime la volontà dell’anima e non è il risultato di una decisione della forma. È l’anima dimorante in ogni forma che si reincarna, scegliendo e costruendo veicoli fisici, emozionali e mentali adatti, mediante i quali impara di volta in volta le lezioni necessarie.

7. La legge della rinascita (per quanto riguarda l’umanità) opera sul piano dell’anima. L’incarnazione è motivata e diretta dal suo livello, il piano mentale.

8. Le anime s’incarnano in gruppi, ciclicamente, secondo la legge e per attuare retti rapporti con Dio e fra gli uomini.

9. Il graduale sviluppo regolato dalla legge della rinascita è in gran parte condizionato dal principio mentale, poiché “come un uomo pensa nel suo cuore, tale egli è”. Queste poche parole richiedono attenta considerazione.

10. Per opera della legge della rinascita l’uomo lentamente sviluppa la mente; questa poi comincia a dominare le emozioni e infine rivela l’anima, la sua natura e la sua sfera di vita.

11. A questo stadio di sviluppo l’uomo comincia a percorrere il Sentiero del Ritorno e si orienta gradatamente dopo molte vite, verso il regno di Dio.

12. Quando, grazie alla mente sviluppata, alla saggezza, al servizio attivo e alla comprensione, l’uomo ha imparato a non chiedere nulla per il sé separato, rinuncia al desiderio di vivere nei tre mondi e si libera dalla legge della rinascita.

13. Ora possiede coscienza di gruppo, è consapevole del gruppo cui appartiene e dell’anima vivente in tutte le forme, ed è pervenuto alla “pienezza di Cristo”. (Efes. IV, 13) (8 - 115/9).

(2) Nessuna persona intelligente oserà spingersi oltre a tali considerazioni generali. Col ritorno del Cristo la nostra conoscenza diverrà più esatta e più realistica; sapremo di essere eternamente collegati con le anime di tutti gli uomini e che abbiamo un rapporto determinato con coloro che si reincarnano con noi, e che insieme impariamo le medesime lezioni e facciamo le medesime esperienze. (8 - 120).

(3) Civiltà, culture, razze e popoli appaiono e scompaiono, ma con essi vanno e vengono le stesse individualità, a raccogliere i frutti dell’esperienza, a progredire verso un Auto-governo, una organizzazione di gruppo ed una sintesi più perfetti. (12 - 113).

(4) Si vedrà che finora solo due regole si affermano, a disciplinare la ricomparsa dell’ego in manifestazione fisica. La prima è che se la perfezione non è ancora conseguita esso deve riprendere a lavorare sulla terra al proprio perfezionamento. La seconda è che l’impulso che lo sospinge a quell’atto è una forma di desiderio inappagato. Entrambe sono parzialmente vere e di effetto generico, e, poiché tali, sono frammenti di verità maggiori non ancora percepite o espresse con esattezza dagli esoteristi; sono secondarie e concepite in termini dei tre mondi dell’evoluzione umana, di intenzione personale, di tempo e spazio. In sostanza, non è il desiderio che provoca il ritorno, ma la volontà e la conoscenza del piano. Non è l’esigenza di conquistare la perfezione finale che stimola l’ego a sperimentare nella forma, poiché è già perfetto. L’incentivo primo è il sacrificio ed il servizio da rendere alle vite minori che dipendono dall’ispirazione superiore (che l’anima spirituale può dare) e la decisione che anch’esse pervengano a uno stato planetario equivalente a quello dell’anima che si sacrifica…

 Ricordate bene tutto ciò quando studiate l’argomento della rinascita. Questa parola, come quella di reincarnazione, possono fuorviare, e quel processo cosmico sarebbe meglio descritto da termini come “impulso ciclico” “ripetizione intelligente e intenzionata”, “inspirazione ed espirazione cosciente”. Ma è un concetto difficile da intendere, poiché richiede la capacità di immedesimarsi con Colui Che così respira — il Logos planetario — e tutta la questione deve quindi restare in penombra fino all’iniziazione. In termini esoterici, il fatto più importante è che ciò che avviene di continuo è la rinascita di gruppo, e che l’incarnarsi dell’individuo è solo dipendente da quell’evento maggiore. Per lo più ciò è stato ignorato o trascurato, per l’interesse intenso ed egoistico per la vita e l’esperienza personali, comprovati dalle speculazioni sui dettagli del ritorno individuale che si leggono nei testi odierni, che si intitolano all’occultismo, in maggior parte molto inesatti e sicuramente senza valore. (16 - 324/5).

(5) L’anima di ciascuno, ritratta dal corpo, è ritornata molte volte sulla Terra, e oggi ve ne sono a milioni, specie quelle di coloro che già furono negli ultimi tempi dell’Atlantide, e, pertanto, sono il fiore, il meglio di quella razza umana, altamente emotiva. Hanno in sé le predisposizioni e le tendenze acquisite in passato. (17 - 227).

(6) Una particolare incarnazione non è un evento isolato, nella vita dell’anima, ma è parte e aspetto di una successione di esperienze che mirano a un solo scopo, netto e preciso: la decisione spontanea di tornare dalla materia allo spirito per conseguire la liberazione. (17 - 259)

(7) L’uomo deve produrre coscientemente la propria liberazione. Questi risultati sono autodeterminati dall’uomo stesso via via che si emancipa dai tre mondi, e spezza egli stesso la ruota della rinascita invece di essere spezzato su di essa. (3 - 126).

(8) Non tutte le incarnazioni sul piano fisico hanno la stessa importanza, ma alcune sono più importanti di altre; alcune, dal punto di vista dell’Ego, sono praticamente trascurabili, altre contano… (3 - 303).

(9) Quando la vita della personalità è stata piena e ricca, ma non ha raggiunto lo stadio in cui il sé personale può collaborare coscientemente con l’Ego, si passano dei periodi di nirvana della personalità la cui lunghezza dipende dall’interesse alla vita e dalla capacità dell’uomo di meditare sull’esperienza. Più avanti quando l’Ego domina la vita della personalità, l’interesse dell’uomo si eleva a livelli superiori ed il nirvana dell’anima diventa la sua meta.

 Il devachan non gli interessa. Perciò, di regola, coloro che sono sul Sentiero (sia quello della Prova che quello dell’Iniziazione) non vanno nel devachan, ma l’incarnazione immediata diventa la regola nel girare della ruota della vita; questa volta è prodotta dalla collaborazione cosciente del sé personale con il Sé divino o Ego. (3 - 737/8).

(10) Al termine dell’evoluzione, quando l’unità umana è sul Sentiero e governa coscientemente il suo destino esaurendo il karma, gli intervalli tra due incarnazioni sono brevi o no, poiché l’uomo può scegliere nell’interesse del lavoro da fare, e secondo la sua intenzione di conseguire la liberazione dalla forma. (3 - 791/2).

(11) Se il deva o Angelo Solare è ancora attratto dalla manifestazione e desidera l’esistenza oggettiva, identificandosi in tal modo volontariamente con la sostanza ne consegue il fenomeno della vita fisica reincarnata. (3 - 1013).

(12) Taluni Ego percorrono cicli molto rapidi di incarnazioni e pralaya; altri impiegano innumerevoli eoni, e perciò è impossibile dire che vi sia una qualche “media” relativa alla comparsa degli Ego, per esempio sul piano astrale. (3 - 1036).

(13) Le unità umane… quando non sono in incarnazione passano al piano mentale attraverso l’astrale e discendono nuovamente verso l’incarnazione dai livelli mentali. (3 - 1136).

(14) I fattori che governano la comparsa in incarnazione di un discepolo sono i seguenti:

Primo, il desiderio di esaurire rapidamente il karma, e rendersi così libero per il servizio. L’Ego imprime questo desiderio sul discepolo durante l’incarnazione, ovviando così ad ogni desiderio contrario da parte sua della beatitudine del devachan, ed anche del lavoro sul piano astrale. Perciò il solo obiettivo del discepolo dopo la morte è di liberarsi dei corpi sottili per prenderne dei nuovi. Non c’è desiderio di un periodo di riposo… . Quindi l’individuo si assenta dal piano fisico per breve tempo ed è trascinato assai rapidamente dal suo Ego in un corpo fisico.

Secondo, realizzare qualche compito di servizio sotto la guida del suo Maestro. Questo implica certi adattamenti e occasionalmente l’arresto temporaneo del karma…

Terzo, un discepolo ritornerà in incarnazione eventualmente per adattarsi al piano di qualcuno più grande di lui. Quando un messaggero della Grande Loggia ha bisogno di un veicolo col quale esprimersi e non può usare Lui stesso un corpo fisico a causa della rarefazione della sua sostanza, Egli utilizzerà il corpo di un discepolo. Se ne ha un esempio nel modo in cui il Cristo usò il corpo dell’iniziato Gesù, prendendone possesso al momento del battesimo…

Quarto, un discepolo può essere molto avanzato lungo certe linee, ma a causa dello sviluppo disarmonico mancare di ciò che è detto la piena intensificazione di un principio particolare. Perciò può decidere (col pieno accordo del suo Ego e del Maestro) di prendere una serie d’incarnazioni rapidamente ricorrenti, con l’intenzione di lavorare particolarmente allo sviluppo di una certa qualità o di una serie di qualità fino ad un punto di più alto contenuto vibratorio, completando così lo sviluppo armonico della sua sfera di manifestazione.

Questo è il significato delle persone singolari e tuttavia potenti che s’incontrano talvolta; esse sono così concentrate ed evidentemente mancanti d’equilibrio, che tutta la loro attenzione è diretta ad una sola linea di sviluppo, a tal punto che le altre appaiono appena. La loro influenza sembra grande ed affatto sproporzionata al loro valore superficiale. La comprensione di questi fattori tratterrà lo studioso saggio da giudizi affrettati e da conclusioni rapide nei riguardi dei suoi simili.

Talvolta si ha una variante di questo motivo di incarnazione rapida ed immediata, quando un iniziato (che abbia quasi completato il suo ciclo) appare in incarnazione per esprimere quasi interamente un unico principio perfetto. Fa questo per il bene di un gruppo particolare che essendo impegnato nel lavoro per l’umanità non riesca nel suo obiettivo per la mancanza di qualche particolare qualità o corrente di forza. Quando questo diventa evidente dal lato interiore, qualche discepolo avanzato mette a disposizione della Gerarchia l’energia di quella qualità particolare, ed è inviato ad equilibrare il gruppo, e sovente lo fa durante un periodo di vite che si succedono rapidamente.

Queste sono alcune delle cause che governano la manifestazione periodica di quelli che sono raggruppati nelle registrazioni gerarchiche come “i punti di fuoco allineati”. Si distinguono per l’energia che scorre in essi, per la qualità magnetica del loro lavoro, per i loro potenti effetti di gruppo e per la loro realizzazione del proposito sul piano fisico. (3 - 1149/51).

(15) Nella Legge di Rinascita è celato il segreto della crisi attuale. Gruppi di Ego vengono insieme per esaurire un determinato karma, generato in passato. (4 - 114).

(16) Le diversità fra gli uomini sono innumerevoli, ma in ogni vita vi è una tendenza predominante verso la quale tendono tutte le energie…. Giunge però il giorno in cui l’anima si risveglia alla necessità di dominare la situazione e di affermare la propria autorità. (4 - 202).

(17) Tutte le anime si incarnano e reincarnano seguendo la Legge della Rinascita. Ne consegue che ogni vita non è solo una ricapitolazione della passata esperienza, ma anche un’assunzione di obblighi antichi, una ripresa di vecchie relazioni, un’opportunità di saldare debiti di vecchia data, di restituire e di progredire, un risveglio di qualità profondamente radicate, il riconoscimento di vecchi amici e vecchi nemici, la soluzione di disgustose ingiustizie, e la spiegazione di ciò che condiziona l’uomo e fa di lui quello che è. Tale è la legge che ora a gran voce chiede di essere riconosciuta da tutti. (14 - 300).

(18) La nuova psicologia dovrà inevitabilmente poggiare sulla premessa che una vita non è la sola opportunità che l’uomo abbia per raggiungere l’integrazione e la perfezione finale. La grande Legge della Rinascita deve essere ammessa, e si vedrà che essa è di per sé un grande agente di liberazione, in qualsiasi momento di crisi o problema psicologico. Il riconoscere ulteriori possibilità e un senso di prolungamento del tempo possono calmare e aiutare molti tipi di menti. (15 - 431).

(19) Praticamente tutti gli insegnamenti sulla rinascita o reincarnazione ne hanno accentuato l’aspetto fenomenico materiale, pur con riferimenti più o meno accidentali ai profitti spirituali e mentali ottenuti alla scuola di vita su questo pianeta, da un’incarnazione all’altra. Poca attenzione si è prestata alla vera natura della consapevolezza che evolve e all’espansione della coscienza interiore del vero uomo; di rado, seppur mai, si è rilevato il vantaggio conseguito in ogni esistenza in quanto perfezione del meccanismo di contatto, e crescente sensibilità all’ambiente. (15 - 432).

(20) Tutta la questione della rinascita è oggi ben poco compresa. La presentazione odierna e l’insistenza eccessiva su particolari di poco conto hanno finito per distorcerne e deformarne l’ampia distesa, trascurandone l’essenziale; le grandi linee generali del processo dell’incarnazione sono state in massima parte neglette. Dispute sulla lunghezza del tempo trascorso nello stato disincarnato, la considerazione di futili informazioni non verificate e incontrollabili, e la puerile ricostruzione delle vite passate di certi seguaci dei teosofi (nessuna delle quali basata su qualcosa di vero) hanno fatto perdere di vista la realtà e la vera bellezza dell’argomento. (16 - 316/7).

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[143]

ABBANDONO/RINUNCIA

(1) Per prima cosa l’anima deve abbandonare la personalità. Per epoche intere si è identificata con essa, e per suo mezzo ha acquisito esperienza e molto sapere. Deve giungere il momento in cui l’anima “non tiene più” a quella mediazione e le rispettive posizioni si invertono. L’anima non si identifica più con la personalità, ma quest’ultima si identifica con l’anima e perde la propria qualità e posizione separate. Tutto ciò che è stato acquisito in lunghe epoche di lotta, di dolore e di piacere, di sconfitte e di desideri appagati, tutto ciò che la ruota della vita, che non si è mai fermata, ha dato in possesso all’anima: tutto deve essere abbandonato. Per il discepolo la vita diventa allora una serie di distacchi, fino a quando non ha imparato la lezione della rinuncia… .

L’anima deve anche… abbandonare in modo assoluto i legami con altri sé personali. Deve imparare a conoscere e incontrare gli altri soltanto sul livello dell’anima. È una dura lezione per molti discepoli. Molti infatti non si preoccupano per sé e sono giunti ad un notevole distacco personale, curandosi poco del contatto con il sé personale. Imparano a trascendere tutto ciò, forse l’hanno ampiamente trasceso, ma l’amore per i figli, la famiglia, gli amici e gli intimi conserva per loro grandissima importanza e li imprigiona nei mondi inferiori. Non riflettono che quell’amore è soprattutto rivolto alle personalità, e solo secondariamente alle anime. Molti fanno naufragio per molte vite su questo scoglio, finché per il dolore, la sofferenza e la perdita continua di ciò che prediligono tanto, il loro amore entra in una nuova fase, più vera ed elevata. Superati i fattori personali, dopo aver provato sofferenza e perdita, ritrovano coloro che amano ora come anime. Constatano di aver guadagnato anziché perduto e che è scomparso soltanto ciò che era illusorio, effimero e irreale. Il vero Uomo è stato raggiunto e non potrà essere mai più perduto.

È il problema frequente di genitori che si trovano sul Sentiero del Discepolato, ed è tramite i loro figli che imparano la lezione che può liberarli per conseguire l’iniziazione. Essi trattengono i figli per sé, e ciò essendo contrario alla legge di natura, dà risultati disastrosi. È il culmine dell’egoismo, eppure se potessero sapere e vedere giusto capirebbero che per tenere bisogna staccarsi e per conservare bisogna lasciare. Così è la legge.

L’anima deve anche imparare ad abbandonare i frutti del servizio e servire senza tenere ai risultati, ai mezzi, alle persone o alle lodi.

L’anima deve abbandonare anche il senso di responsabilità per ciò che altri discepoli fanno… Il rapporto fra i discepoli è egoico e non personale. È un vincolo di anima e non di mente. Ogni personalità ha un suo metodo, ha responsabilità da assumere, svolge il suo dharma e soddisfa il suo karma, e così risponde di sé al suo Signore e Maestro, l’Anima. E la risposta verrà… .

Esiste tuttavia una splendida possibilità di relazione e contatto interiori, (con altri servitori) basati sulla realizzazione dell’unità di proposito e d’amore dell’anima, per la quale i discepoli sono tenuti a lottare. Sul piano oggettivo non è possibile un accordo completo di metodi, di dettagli e di interpretazione dei principi, per la separatività mentale propria dell’epoca e del momento.

Tuttavia, nonostante le divergenze esteriori delle opinioni, si devono stabilire e sviluppare le relazioni e la collaborazione interiori. Quando il vincolo interiore è tenuto nell’amore, e i discepoli abbandonano il senso di autorità reciproco e la responsabilità per le attività altrui, pur procedendo affiancati nell’Opera Una, le divergenze, le differenze e i disaccordi sono automaticamente superati. Tre sono le regole principali per il discepolo di oggi…

1. Abbandona o sacrifica l’antichissima tendenza a criticare e correggere l’operato altrui, e conserva in tal modo l’integrità interiore del gruppo. Più numerosi sono i progetti di servizio falliti e i lavoratori ostacolati dalla critica che da qualsiasi altro fattore.

2. Sacrifica o abbandona il senso di responsabilità per le azioni altrui, specialmente se discepoli. Cura che la tua attività sia all’altezza della loro, e lottando con gioia e sulla via del servizio le differenze spariranno, e sarà raggiunto il bene generale.

3. Abbandona l’orgoglio mentale che vede giusti e veri i propri metodi e la propria interpretazione, falsi ed errati quelli altrui. Questa è la via della separazione. Aderisci alla via dell’integrazione, che è dell’anima e non della mente.

Sono parole ardue, ma queste regole guidano le azioni e i pensieri dei Maestri sul lato interiore, quando lavorano insieme e con i discepoli. Per Essi l’integrità interiore è necessariamente un fatto dimostrato. Non è così per il discepolo. I Maestri interiori aborriscono le divergenze esterne. Essi si lasciano reciprocamente liberi nel servire il Piano. Educano i discepoli (di qualunque grado) a servirlo in libertà, perché il lavoro riesce nel migliore dei modi quando è compiuto nella libertà, nella gioia e nella forza dell’amorevole cooperazione interiore. Cercano la sincerità.

Cercano la disposizione a sacrificare l’inferiore quando viene percepito ciò che è superiore, sacrificare il secondario al primario, una volta scoperto. La spontanea rinuncia di ideali lungamente perseguiti allorché altri si presentano, maggiori e più inclusivi, è la Loro guida. Il sacrificio dell’orgoglio e della personalità quando si comprende l’ampiezza dell’opera e l’urgenza della necessità, li sprona a cooperare. È indispensabile che i discepoli imparino a sacrificare i fattori non essenziali affinché l’opera proceda. Per difficile che sia capirlo, le varie tecniche, i metodi e i mezzi, sono cose secondarie di fronte alla suprema esigenza del mondo. Molti sono i modi e i punti di vista, gli esperimenti e gli sforzi infruttuosi o riusciti, e tutti transitori. Ma l’umanità resta. Ognuno di essi dimostra la molteplicità delle menti e delle esperienze, ma la meta non cambia. La divergenza è sempre della personalità. Quando la Legge di Sacrificio governa la mente, induce inevitabilmente i discepoli ad abbandonare ciò che è personale per ciò che è universale e dell’anima, che non conosce separazione né divergenze. Allora né orgoglio né ristrettezza di vedute, né il piacere di interferire (così caro a tanti), né incomprensione del movente, ostacoleranno la cooperazione fra i discepoli e il loro servizio al mondo.  (15 - 104/9).

(2) La Grande Rinuncia diviene possibile soltanto quando la pratica delle piccole rinunce governa la vita del discepolo e del gruppo. Rinunciare all’ambizione, ai legami personali, a tutto ciò che ostacola il progresso così come si rivela all’occhio dell’anima, pone una solida base per il grande trasferimento finale, che si fonda sulla rinuncia a quello che per eoni ha denotato bellezza, verità e bontà, e che è sembrato lo scopo finale di ogni sforzo di aspirazione. Il tentativo di vedere quello che sta avanti e oltre la finalità apparente della fusione dell’anima, sta in questo momento di fronte ai discepoli, e quindi ad alcuni tra voi.

 Che voi tutti possiate penetrare oltre il velo dell’anima e vedere un giorno quel velo “lacerato da cima a fondo” e poter affermare così con quelli di pari grado “Tutto è compiuto”, è la mia speranza più fervida. Allora si aprirà per voi, come per altri, la Via dell’Evoluzione Superiore e la gloria del Signore sarà vista in una luce nuova — una luce che offuscherà e getterà nell’ombra tutte le mete e le visioni precedenti. (18 - 224).

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