154-162

[154] IL PROBLEMA DEL SESSO,

[155] SHAMBALLA,

[156] VISTA,

[157] SOLITUDINE,

[158] ANIMA,

[159] SUONO,

[160] SPAZIO,

[161] PAROLA,

[162] SPIRITO

[154] IL PROBLEMA DEL SESSO

(1) Dirò qualche parola sulla questione del sesso nella vita del discepolo. A questo proposito vi è molta confusione nelle menti degli aspiranti, e la regola del celibato sta assumendo l’aspetto di una dottrina religiosa. Spesso si sente ripetere da persone di buone intenzioni, ma illogiche, che se un uomo è discepolo non deve sposarsi, e che senza il rispetto del celibato non è possibile un vero conseguimento spirituale. È una teoria che ha due radici.

In primo luogo l’atteggiamento assunto in Oriente nei confronti della donna è sempre stato errato. Inoltre, dal tempo di Cristo in poi, in Occidente si è sviluppata una tendenza alla concezione monastica e conventuale della vita dello spirito. Entrambi questi atteggiamenti incarnano una idea errata, sono alla base di molta incomprensione e causa di molto danno. L’uomo non è migliore della donna, né la donna è migliore dell’uomo…

Credere che per essere un discepolo si debba condurre una vita di celibato ed astenersi completamente da ogni funzione naturale non è giusto né desiderabile. Questo può essere dimostrato riconoscendo due fattori.

L’uno, che se la divinità è davvero una realtà ed un’espressione di onnipotenza, onnipresenza e onniscienza, e se l’uomo è per essenza divino, non possono esistere condizioni in cui la divinità non sia suprema.

Non può sussistere una sfera d’azione in cui l’uomo non possa agire divinamente, ed in cui ogni funzione non possa essere illuminata dalla luce della pura ragione e dell’intelligenza divina…

In secondo luogo, una vita che non sia armonicamente sviluppata nell’esercizio di tutte le sue funzioni (animali, umane e divine, e l’uomo è tutto questo in un solo corpo), è frustrata, inibita, e anormale. Che oggi non tutti possano sposarsi è vero, ma ciò non basta a negare il fatto più grande che l’uomo è stato creato da Dio perché lo faccia… Ma che un celibato autoimposto sia indice di grande spiritualità, e indispensabile alla formazione esoterica e spirituale è cosa altrettanto falsa, abnorme e indesiderabile. Non vi è campo migliore per educare un discepolo ed un iniziato che la vita familiare, con i suoi rapporti obbligati, gli adattamenti che richiede, i sacrifici ed il servizio che impone, e le opportunità che offre alla piena espressione di ogni parte della natura umana. Non vi è servizio maggiore da rendere al genere umano dell’offerta di corpi alle anime in procinto di incarnarsi, e la cura e l’attenzione poste nell’educarle nell’ambito della famiglia…

Il discepolo e l’aspirante che seguono il Sentiero, e l’Iniziato che procede sulla “Via Illuminata”, non hanno quindi miglior palestra che il matrimonio, usato e compreso in modo corretto… È naturalmente vero che a volte un uomo possa essere chiamato ad un’esistenza particolare che contempli il celibato, e sia costretto ad astenersi da ogni relazione fisica ed a vivere in rigida astinenza, per dimostrare a se stesso di saper dominare la parte animale ed istintiva della sua indole. Ma si tratta sovente dell’effetto prodotto dagli eccessi e la licenza di una vita anteriore, che richiede misure costrittive e anormali per compensare e rettificare quegli errori e dar tempo alla natura inferiore di ristabilire il proprio equilibrio. Ma anche in questo caso non è un indizio di progresso spirituale, ma piuttosto il contrario.

Non dimenticate che mi riferisco al celibato autoimposto, e non a quella situazione diffusa nel mondo intero per cui, per cause economiche o d’altra natura, uomini e donne sono costretti a vivere privi della loro espressione completa e naturale.

In ultima analisi, il problema del sesso dovrà trovare una soluzione nell’ambito della famiglia e in condizioni normali, e gli uomini più progrediti ed i discepoli di ogni ordine sono chiamati a risolverlo. (14 - 304/7).

(2) Molti iniziati hanno raggiunto il proprio obiettivo pur avendo debitamente e saggiamente osservati i rapporti matrimoniali. Un iniziato coltiva una particolare disposizione mentale per cui riconosce che tutte le forme di manifestazione sono divine, e che il piano fisico è un’espressione divina come qualsiasi altra dei piani superiori.

Egli si rende conto che la manifestazione più bassa della divinità deve essere sotto il dominio cosciente della divinità che vi dimora e che qualsiasi azione deve essere regolata dal proposito di assolvere ogni dovere, controllare ogni atto, e utilizzare il corpo fisico in modo che il gruppo ne tragga beneficio, che il suo progresso spirituale sia favorito e la legge sia perfettamente rispettata…

In molti casi iniziati e Maestri si uniscono in matrimonio e adempiono normalmente i loro doveri di mariti, mogli e capi famiglia, ma tutto è regolato da un proposito e dall’intenzione e nulla è lasciato in balia della passione o del desiderio. L’uomo perfetto che vive sul piano fisico domina completamente tutti i propri centri, e la loro energia viene usata in modo del tutto legittimo. (1 - 204/5).

(3) Dai molti esperimenti che oggi si compiono in questo campo, la generazione futura perverrà ad un equilibrio e, per conseguenza, farà pendere la bilancia dalla parte voluta e desiderabile. Su ciò non v’ha dubbio; si tratta solo del tempo giusto, e sarà determinato dall’astrologia. Tramite la legalità e la retta legislazione, il sesso sarà inteso come una funzione divina, e sarà protetto con la giusta educazione del giovane e dell’inesperto, e con l’azione corretta della generazione odierna, giovane e molto intelligente, cioè di coloro che oggi sono bimbi e fanciulli.

Le cattive abitudini sessuali, l’esempio della prostituzione diffusa ovunque (e comprendo con questa parola uomini e donne), l’incremento dell’omosessualità (non nelle sue rare forme e predisposizioni fisiologiche, ma quella dovuta a una perversione mentale e a una immaginazione malsana, che oggi ne sono le cause maggiori), la ristretta concezione cristiana del “complesso di colpa” nei confronti del sesso, e l’eredità di corpi malati e sessualmente dotati in modo eccessivo o difettoso, tutto ciò ha condotto l’umanità all’attuale comportamento, caotico e poco intelligente, in questi rapporti così importanti. La soluzione non verrà per solenni dichiarazioni religiose, basate su teorie sorpassate, né per inibizioni fisiologiche, né per licenziosità autorizzate legalmente; e neppure per mezzo di decreti ispirati dalle varie scuole di pensiero delle comunità e dei popoli. Risulterà dall’azione concorde della coscienza mentalmente spirituale, dell’atteggiamento giudizioso, della comprensione intellettuale e della costante spinta evolutiva. Nulla può impedirne la risoluzione, e l’apparire di atteggiamenti e condizioni migliori, in cui il sesso trovi giusta espressione. (16 - 235/6).

(4) Vi è stato pure detto che l’energia del centro sacrale (il centro più implicato e attivo al tempo della prima iniziazione) deve essere trasmutata e innalzata al centro della gola, trasformando con ciò l’atto creativo fisico nel processo creativo di produrre il bene, il bello e il vero. Questo è l’abbiccì del vostro sapere di base: la trasmutazione del sesso. Per quel che riguarda questo processo trasmutativo gli uomini hanno sbagliato molto e hanno affrontato l’argomento da due punti di vista:

1. Hanno cercato di soffocare il desiderio naturale e hanno tentato di dare importanza al celibato imposto; così hanno frequentemente deformato la natura e assoggettato “l’uomo naturale” a delle regole che non erano nell’intenzione divina.

2. Hanno cercato — all’altro estremo — di dar sfogo al desiderio sessuale normale logorandolo con la promiscuità, la licenza e le perversioni, danneggiando se stessi e gettando le basi di molti guai per molte incarnazioni future.

… Quando al giusto riconoscimento del posto che la vita sessuale dovrebbe avere nella vita quotidiana si accompagna la concentrazione del pensiero sul centro della gola, questo centro diventa automaticamente magnetico e attrae le forze del centro sacrale verso l’alto, lungo la spina dorsale, nel “luogo della costruzione creativa”; allora la vita sessuale è regolata e non atrofizzata ed è relegata al posto giusto come una delle facoltà o degli aspetti usuali di cui l’uomo è dotato; viene dominata per mezzo della mancanza di interesse diretto ed è subordinata alla legge del paese per quanto riguarda la sua relazione col polo opposto, sia negativo e femminile, che positivo e maschile. Per l’aspirante diventa principalmente l’agente per creare i veicoli necessari alle anime che si reincarnano. Così, con la forza dell’esempio, evitando tutti gli estremi, dedicando le energie corporee agli usi più alti, e accettando la legge del paese di un dato luogo e in un dato tempo, il presente disordine e l’attuale cattivo uso del principio sessuale cederà il posto a una vita ordinata e al retto uso di questa importante funzione del corpo. (18 - 669/70).

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[155] SHAMBALLA

(1) Shamballa, dove (Sanat Kumara ed i suoi allievi) dimorano, esiste come i Kumara, nella materia fisica, ma è materia degli eteri superiori del piano fisico, e soltanto quando l’uomo avrà sviluppato la vista eterica, sarà rivelato il mistero che sta al di là dell’Himalaya. (3 - 753).

(2) Sebbene si parli di Shamballa come esistente in materia fisica e situata in un preciso luogo nello spazio, la materia fisica cui si fa riferimento è eterica, in quanto il Signore del Mondo e i suoi assistenti dei gradi superiori occupano corpi costituiti di materia eterica.

Circa diciassette milioni di anni fa (l’avvento della Gerarchia e la fondazione di Shamballa risalgono a circa diciotto milioni e mezzo di anni fa) si decise di avere una organizzazione e un Quartier Generale dei Misteri sul piano fisico denso e di disporre di una schiera di Adepti e Chohan operanti in un corpo fisico, in modo da venire incontro ai bisogni dell’umanità che si stava rapidamente risvegliando. (4 - 378).

(3) Il primo avamposto della Fraternità di Shamballa fu il tempio di Ibez originale, situato al centro dell’America del Sud. Molto più tardi vi fu una sua diramazione nelle antiche istituzioni Maya… Ancora più tardi venne stabilita una seconda diramazione in Asia, i cui rappresentanti sono gli Adepti dell’Himalaya e dell’India meridionale, sebbene il lavoro sia materialmente cambiato. In futuro si faranno scoperte che riveleranno la realtà della vecchia forma dell’opera della Gerarchia; si ritroveranno testimonianze e monumenti, alcuni sulla superficie del suolo altri celati nel sottosuolo. Dato che i misteri dell’Asia Centrale, nella fascia che si estende dalla Caldea e dalla Babilonia, attraverso il Turkestan fino alla Manciuria includendo il deserto di Gobi sono rivelati, è stato deciso che gran parte della storia primitiva degli Ibezani venga rivelata. (4 - 379).

(4) La forza che oggi nel mondo è più forte ed evidente, è il primo Raggio della Volontà e del Potere… Questa è la forza che si riversa nel mondo dal maggior centro mondiale: Shamballa. Poco si sa di Shamballa…

Solo due volte in precedenza nella storia dell’umanità, l’energia di Shamballa ha fatto la sua apparizione e fatto sentire la sua presenza con grandiosi cambiamenti:

1. Quando avvenne la prima grande crisi umana al momento dell’individuazione, nell’antica Lemuria.

2. Nei giorni dell’Atlantide, al tempo della grande lotta fra “i Signori della Luce e i Signori dell’Espressione Materiale”

Quest’energia divina poco nota sgorga ora dal Centro Sacro. Contiene in sé l’energia che causa la crisi mondiale presente. È Volontà di Dio produrre certi cambiamenti radicali ed importanti nella coscienza umana che ne altereranno l’atteggiamento verso la vita e la comprensione delle cose essenziali, spirituali, esoteriche e soggettive. È la forza che produrrà quella grande crisi, imminente nella coscienza umana, che chiamiamo l’iniziazione ai Misteri delle Età, a ciò che è stato nascosto fin dal principio. (9 - 12/3)

(5) Devo ricordarvi che l’uso dell’energia del primo Raggio significa inevitabilmente distruzione negli stadi iniziali, ma fusione e mescolanza nei risultati successivi e finali.

Se studiate le nazioni del mondo d’oggi, vedrete l’energia della volontà di Shamballa esplicarsi potentemente per mezzo di certe grandi personalità preminenti. In questo momento d’urgenza, il Signore di Shamballa, per amore della vita, per la comprensione del Piano, e per amore dell’umanità, emette quest’energia dinamica. È distruttrice della forma, e dà morte alle forme materiali ed agli organismi che ostacolano la libera espressione della vita di Dio perché negano la cultura nuova e rendono inattivi i semi della civiltà futura.

Da quest’energia l’umanità che non pensa si ritrae atterrita, e la detesta. Quando sono pieni d’odio personale e di ostinazione, gli esseri umani cercano sovente di volgere quest’energia ai loro scopi egoistici. Se non fossero così carenti di sviluppo (anche i migliori) e così superficiali nei giudizi e nelle vedute, potrebbero penetrare dietro ciò che avviene nei paesi chiave, e vedere gradualmente emergere condizioni nuove e migliori, e scomparire forme amate, ma in lento deterioramento. L’energia di Shamballa è però così nuova e insolita che per gli esseri umani è difficile, riconoscerla per quel che è: manifestazione della Volontà di Dio in una vita nuova e potente.

… Attualmente il problema della Gerarchia è produrre una fusione sapiente ed adeguata delle due energie onde temperare la distruzione e mettere in risalto lo spirito di costruzione, usando le forze costruttive e riabilitanti del secondo Raggio. L’energia di Shamballa prepara la via a quella della Gerarchia. Così è stato dal principio del tempo, ma i cicli della Gerarchia, sebbene relativamente frequenti, non hanno coinciso con quelli di Shamballa, che sono rari. Col tempo, gli impulsi di questa diventeranno più frequenti, perché gli uomini saranno meglio capaci di sostenersi e di resisterle. Finora è stata di applicazione troppo pericolosa per l’umanità, con effetti distruttivi, tranne che nella prima grande crisi della Lemuria. Perciò la sua opera si è limitata quasi esclusivamente alla Gerarchia, i cui membri sanno maneggiarla e assimilarla correttamente, ed anche usarla a beneficio dell’umanità. Ora si tenta l’esperimento di consentire all’uomo di riceverne l’impulso, indipendentemente dalla mediazione della Gerarchia. Potrebbe essere uno sforzo prematuro ed abortivo; ma gli effetti non sono ancora definiti, ed il Signore, di Shamballa, insieme ai Suoi Assistenti e con l’aiuto dei Membri della Gerarchia non è scoraggiato dai risultati iniziali. L’umanità risponde bene, in modo inaspettato. Molto è stato il successo, ma non appare con chiarezza agli umani intelligenti, perché rifiutano di vedere altro che l’aspetto distruttivo e la scomparsa delle forme alle quali avevano finora ancorato le emozioni, il desiderio e le percezioni mentali. Non riescono per ora a vedere l’irrefutabile evidenza dell’attività costruttiva e creativa. Il tempio dell’umanità dell’Era Nuova si eleva rapidamente; ma i suoi contorni non si vedono, perché gli uomini sono completamente assorti nel loro egoismo, nei loro impulsi ed istinti personali e nazionali…

Gran parte della risposta all’attività di Shamballa è caratterizzata dalla paura e dal terrore, dalla sensibilità e dalle reazioni angosciose alle forze dell’odio e della separazione. Solo alcuni, qua e là, afferrano veramente la visione del futuro e capiscono quel che avviene, vedendo giustamente la bellezza del piano che affiora. È con questi pochi che i Membri della Gerarchia possono operare, perché (anche se carenti d’intelletto) non nutrono malevolenza né odio verso gli altri. L’amore è il grande unificatore e interprete. (9 - 17/20).

(6) L’umanità è il risultato di tutte le forme d’espressione e d’esperienza subumane e dell’attività di esseri sovrumani.

Questi Esseri superumani sono il prodotto di passati sistemi evolutivi e sono Essi stessi la totalità del grande Sacrificio divino che si focalizza nella nostra vita planetaria. Avendo attraversato tutte le fasi d’esistenza precedenti e perfezionato in se stessi l’aspetto coscienza tramite le esperienze umane, Essi hanno trasceso tutto ciò che l’uomo può conoscere e tutti gli stati di coscienza che gli sono o gli saranno familiari, ed ora esprimono una fase della divinità, di cui non possiamo sapere nulla. Essi VIVONO. Sono l’energia stessa, e nella loro totalità formano “il centro splendente ancora molto distante”. (Shamballa) (18 - 78/9).

Vedi anche: (6 - 404, 519/20).

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[156] VISTA

(1) Vista: visione interiore prodotta dal processo iniziatico che è tuttavia solo il riconoscimento di una facoltà sempre presente seppure ignorata. Come il bambino dagli occhi perfettamente normali e dalla vista chiara sin dalla nascita ad un tratto riconosce ciò che vede, così è nello sviluppo spirituale. Lo strumento della visione interiore è sempre esistito e ciò che può essere veduto è sempre presente, ma la maggioranza non lo riconosce ancora.

Tale “riconoscimento” da parte dell’iniziato è il primo grande stadio della cerimonia, e deve precedere tutti gli altri. (1 - 114).

(2) La fede si trasforma in visione ed ora egli vede e conosce le cose che prima erano invisibili. Non può più dubitare poiché, grazie ai propri sforzi, è diventato un conoscitore. (1 - 118).

(3) L’immortalità dell’anima e la realtà dei mondi invisibili sono dimostrate ed accertate. Mentre prima dell’iniziazione questa fede era basata su fugaci e transitorie visioni e su salde convinzioni interiori (risultato del ragionamento logico e del graduale sviluppo dell’intuizione) ora è fondata sulla visione e sul riconoscimento indiscutibile della propria natura immortale. (1 - 119).

(4) La vista eterica è relativamente comune già ora. Ma se ne parla raramente per timore di critiche. (3 - 453).

(5) Il massimo dono fisico è quello della vista, e lo stesso vale su una voluta più alta della spirale nel mondo dell’anima. Quando il discepolo ha conseguito un certo grado di visione ed è “in vista” della meta, può essere ammesso ad un Ashram, dove gli si può far conoscere la natura della rivelazione.

Gli uomini sono inclini a confondere la visione e la rivelazione e io cerco di chiarirvi un po’ la mente su quest’argomento; perciò la frase precedente è molto importante. Gli aspiranti sono portati a pensare che la meta verso la quale procedono è quella del contatto con l’anima, più una meta secondaria di posizione gerarchica e una terza di servizio. Questo però non è corretto.

La meta che sta di fronte all’aspirante è la coscienza della non-separatività e il riconoscimento dell’inclusività universale; la seconda meta è la capacità di rivelare la natura di questa realtà, l’Unità; la terza meta è la capacità di prendere, nei tre mondi, quelle misure che faciliteranno al genere umano l’apprendimento di questi elementi fondamentali. Noterete come quest’ultima definizione della meta rimuove inevitabilmente il fattore dell’interesse egoistico nella sua totalità. Si può dire perciò che la rivelazione riguarda l’Identità Una e niente altro. Il carattere pratico di questa verità si riconosce solo quando il discepolo tenta di fare due cose: di realizzarla individualmente e di portare la natura dell’unità planetaria e della non-separatività alle menti degli uomini, dovunque.

Il lavoro dell’aspirante è di vedere la luce; soltanto quando questo è divenuto una realtà nella sua coscienza, può cominciare ad afferrare la segreta rivelazione che la luce con la quale si è venuti in contatto e che si è utilizzata può rivelare. Eccovi un’altra frase-chiave da considerare. (18 - 297/8).

(6) Perciò, quando si perviene a vedere e la luce fluisce, la rivelazione dell’unità di tutta la vita è un evento semplice e immediato: all’inizio giunge al discepolo come un lampo di meravigliosa realizzazione istruttiva ed istintiva, poi si rafforza, man mano che progredisce, in una comprensione ed un apprezzamento costanti; alla fine produce l’impulso dinamico che motiva tutte le sue azioni. (18 - 299),

(7) La visione è il maggiore di tutti gli sviluppi in questo periodo mondiale, nel quale il Logos sta cercando di portare i regni subumani alla visione propria del regno umano; l’umanità al punto in cui viene sviluppata la visione spirituale ed in cui la visione interiore gerarchica diviene la qualità normale della vista dell’iniziato; e i Membri della Gerarchia alla percezione universale. (11 - 56).

Vedi anche: "Luce" e "Illuminazione''.

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[157] SOLITUDINE

(1) Una delle principali condizioni che il discepolo deve coltivare al fine di percepire il Piano ed essere usato dal Maestro, è la solitudine. Nella solitudine la rosa dell’anima fiorisce; nella solitudine il Sé divino può parlare; nella solitudine le facoltà e le grazie del Sé superiore possono mettere radice e sbocciare nella personalità. Inoltre, nella solitudine il Maestro può avvicinarsi e imprimere nell’anima in quiete la conoscenza che cerca di impartire, la lezione che deve essere appresa, il metodo e il piano di lavoro che il discepolo deve comprendere. Nella solitudine il suono è udito. I Grandi Esseri devono operare attraverso gli strumenti umani e il Piano e la visione sono seriamente ostacolati dall’insuccesso da parte di questi strumenti. (4 - 132).

(2) È quindi inevitabile che, secondo la legge, per colui che cerca di penetrare i Misteri e di applicare la legge sopraggiunga un periodo di solitudine e di afflizione, in cui nessuno può aiutarlo e l’isolamento è la sua sorte… Ma soltanto temporaneamente. (4 - 263).

(3) La via solitaria è anche la via illuminata. La solitudine è un’illusione che frustra il servitore; è un’illusione che può seriamente pregiudicare la vera visione. (5 - 113).

(4) La solitudine aumenta via via che ci si distacca dal mondo. Sopraggiunge sempre una fase di intenso, apparente isolamento, ma è un’illusione. Tu sai di non essere solo. (5 - 419).

(5) Il discepolo di primo raggio ama l’isolamento, che è per lui la linea di minore resistenza. Egli è, come sai, colui che sta solo. Questa è la sua forza e la sua debolezza. Si gloria del distacco. (5 - 625).

Vedi anche: (6 - 45/6, 763/4).

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[158] ANIMA

(1) La materia è il veicolo per la manifestazione dell’anima su questo piano di esistenza e l’anima è il veicolo, su un piano più elevato, per la manifestazione dello spirito e questi tre sono una trinità sintetizzata dalla vita che li pervade tutti. Attraverso la materia, l’anima si sviluppa e trova la sua massima espressione nell’anima dell’uomo. (4 - 13/4)

(2) L’anima è una quantità ancora ignota e non ha un suo vero posto nelle teorie accademiche e nella ricerca scientifica. La sua esistenza non è dimostrata e, anche dagli accademici di mente più aperta, non è considerata che una possibile ipotesi, non provata. Nella coscienza dell’umanità non è accettata come una realtà. Due gruppi di persone soltanto ne accettano l’esistenza come fatto: l’uno formato dai semplici, gli ingenui, i poco evoluti, di tendenza religiosa i quali, allevati sin da bambini in una delle religioni del mondo, ne accettano i postulati come l’esistenza di Dio, dell’anima e la sua immortalità. L’altro gruppo è quell’esiguo nucleo, in costante aumento, di Conoscitori di Dio e della realtà, che conoscono l’esistenza dell’anima, come fatto risultante dalla propria esperienza, ma non sono in grado di dimostrare tale esistenza in modo soddisfacente agli uomini che ammettono solo ciò che la loro mente concreta può afferrare, analizzare, criticare e sperimentare. (4 - 17).

(3) L’anima è la qualità che ogni forma manifesta. E quel sottile quid che distingue un elemento dall’altro, un minerale dall’altro.

È la natura essenziale e intangibile della forma, che nel regno vegetale determina il prodursi di una rosa o di un cavolfiore, di un olmo o di una pianta di crescione; è un tipo di energia che distingue le varie specie del regno animale e rende un essere umano differente dall’altro nell’aspetto, nella natura e nel carattere. (4 - 33/4).

(4) L’anima… non è né spirito né materia, ma la relazione fra i due. L’anima è il mediatore fra questa dualità: è il principio intermedio, l’anello di congiunzione tra Dio e la sua forma. L’anima è quindi un altro nome per designare il principio cristico, sia nella natura che nell’essere umano… L’ anima è la forza d’attrazione dell’universo manifestato e, se attiva, mantiene insieme tutte le forme… che guida tutte le creature di Dio a progredire sul sentiero dell’evoluzione, da un regno all’altro, verso una meta finale e un glorioso compimento. (4 - 35).

(5) Le qualità, le vibrazioni, i colori, le caratteristiche di tutti i regni della natura, sono qualità dell’anima… le qualità sono originate dall’interazione della coppia degli opposti, spirito e materia, nonché dalla loro mutua influenza. (4 - 36).

(6) L’anima del genere umano non è soltanto un’entità che congiunge spirito e materia e fa da mediatore tra Monade e personalità, ma ha pure una funzione particolare da compiere nel fare da mediatore fra i tre regni superiori della natura e i tre inferiori. (4 - 47).

(7) Io… cerco di assicurare i miei compagni di pellegrinaggio che le cose dei sensi sono insignificanti e di nessun valore se paragonate alle ricompense che, qui e in questa vita, attendono l’uomo che cerca di fondere la sua coscienza d’ogni giorno con quella della sua anima. Egli entra a far parte della comunità delle anime e non è più solo. I periodi di solitudine non sono che il risultato di un errato orientamento e dell’attaccamento a ciò che nasconde la visione e riempie così completamente le mani che non possono afferrare ciò che è stato chiamato “il gioiello nel loto”. (4 - 90)

(8) La luce dell’anima è come un immenso riflettore i cui raggi si possono rivolgere in molte direzioni e focalizzare su molti livelli. (10 - 144).

(9) La veste esteriore dell’anima (fisica, vitale e psichica) è parte della veste esteriore di Dio. L’anima auto-cosciente dell’uomo è in rapporto con l’anima di tutte le cose. È parte integrante dell’Anima universale, ed a causa di ciò può divenire consapevole del proposito cosciente di Dio; può cooperare con intelligenza al Suo volere, e quindi contribuire al piano dell’Evoluzione.

In un lontano futuro lo spirito lo porrà in rapporto con l’aspetto trascendente di Dio, e quindi ogni figlio di Dio finirà per trovare la via che conduce al centro, appartato e astratto, dove Dio dimora oltre i confini del sistema solare. (14 - 58).

(10) In tutti questi modi diversi verranno accumulate le prove dell’anima. Il raccogliere testimonianze ed evidenze rappresenta un fruttuoso campo di attività. L’evidenza che risulterà quando gli uomini più evoluti saranno istruiti ad usare la forza e i poteri dell’anima, e dal controllo cosciente del meccanismo, sarà ritenuta di ordine così elevato e presentata in modo così scientifico da essere considerata della stessa importanza ed altrettanto giustificabile di qualsiasi opinione avanzata oggi da eminenti scienziati nei vari campi di ricerca. Fra non molto lo studio dell’anima rappresenterà un’indagine legittima e degna di rispetto come qualsiasi altro problema scientifico, come ad esempio le ricerche sulla natura dell’atomo. L’anima e le sue leggi attireranno fra non molto l’attenzione delle menti migliori. La nuova psicologia finirà per dimostrarne l’esistenza, e la corrispondente risposta istintiva ed intuitiva dell’umanità al nutrimento dell’anima emanante dall’aspetto invisibile della vita, con persistenza e successo proverà l’esistenza di un’entità spirituale nell’uomo, un’entità di perfetta saggezza, immortale, divina e creativa. (14 - 104/5).

(11) L’umanità esprime due aspetti dell’anima - l’animale e il divino - e questi, uniti e fusi nell’uomo, costituiscono l’anima umana. Da ciò derivano i problemi specifici dell’uomo, e quei due elementi lo coinvolgono nella lunga lotta che si conclude nella liberazione dell’anima divina, tramite la sublimazione di quella animale. Sono Parole che invitano a riflettere. (14 - 248).

(12) Sul piano dell’anima non esiste separazione, non esiste “la mia anima e la tua”. È soltanto nei tre mondi dell’illusione e di maya che si pensa in termini di anime e di corpi. (15 - 116).

(13) La serenità e la gioia non sono uno stato astrale, ma una reazione dell’anima. Non sono prodotte dalla disciplina imposta alla natura emotiva, ma sono una reazione spontanea e naturale dell’anima. Sono la ricompensa dell’allineamento conseguito con esattezza. Queste due qualità dell’anima — serenità e gioia — indicano che essa, l’ego, Colui che è solo, controlla o domina la personalità, le circostanze e tutte le condizioni ambientali della vita nei tre mondi. (15 - 200).

(14) Il discepolo sa o sta imparando di non essere questo o quello, ma la Vita stessa. Egli non è il corpo fisico o la sua natura emozionale; non è, in ultima analisi (frase assai occulta) la mente o ciò tramite cui conosce. Egli impara che anche questa deve essere trascesa e sostituita dall’amore intelligente (veramente possibile solo dopo che la mente è stata sviluppata) e comincia a riconoscersi quale anima. Più tardi giunge il terribile “momento nel tempo” in cui, sospeso nello spazio, scopre di non essere l’anima. Che cos’è allora? Un punto di dinamica volontà divina, focalizzata nell’anima, che giunge alla consapevolezza dell’Essere mediante l’uso della forma. Egli è Volontà, che domina il tempo e che organizza, nel tempo, lo spazio. (18 - 107).

(15) Il potere esercitato da coloro che cercano di vivere come anima e in contatto col mondo delle realtà spirituali è di proporzioni ben maggiori del senso di potere e di utilità che essi registrano. Quando cercate di operare con la forza spirituale in modo costruttivo e altruistico, siete di gran lunga più potenti di quanto vi rendiate conto. (13 - 81)

(16) Dovreste sempre pensarvi reciprocamente come anime e non come esseri umani limitati. (5 - 12).

(17) Vivi, perciò, sempre al di sopra del corpo fisico, ignorando le sue tentazioni, e, per quanto possibile, con la coscienza di veglia amalgamata e fusa con quella dell’anima. Anche se non lo percepisci, sappi che è così. (5 - 429).

(18) Proprio nella misura con cui il discepolo accetta l’impressione dell’anima, poi il suo dominio e quindi si identifica con essa, procede verso il centro di fusione. Via via che il vostro amore per l’umanità aumenta, e diminuisce l’interesse per voi stessi, vi accostate a quel centro di luce e d’amore ove i Maestri spiritualmente vivono. (5 - 682).

Vedi anche: "Ego" e (6 - 67, 289).

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[159] SUONO

(1) A causa del cattivo uso fattone dagli uomini e del loro sviluppo non equilibrato, i suoni della terra, quali quelli delle grandi città, delle fabbriche e degli ordigni di guerra, hanno prodotto una situazione grave fra i deva gassosi. A questo deve essere posto rimedio in qualche modo, e gli sforzi futuri della civiltà saranno diretti al diffondersi di una presa di posizione contro i danni della vita congestionata ed un impulso verso la ricerca della campagna e degli spazi aperti. Uno degli interessi principali del futuro sarà la tendenza ad eliminare i rumori, grazie alla maggior sensibilità della razza.

Quando l’energia dell’acqua e dell’atomo sarà imbrigliata ad uso dell’uomo, le nostre attuali fabbriche, i metodi di navigazione e di trasporto, come i piroscafi e le locomotive, saranno completamente rivoluzionati. Questo avrà un effetto potente non solo sull’uomo, ma anche sui deva. (3 - 909/10).

(2) Il significato di ciò che è avvenuto nel mondo durante il secolo scorso nel campo del suono non è ancora apprezzato e nemmeno compreso. Effetti tremendi sono tuttavia prodotti dall’incredibile aumento del rumore e del suono. Il rombo dei macchinari, il frastuono dei mezzi di trasporto (treni, navi e aeroplani) in tutte le parti del mondo, la concentrazione dei suoni creati dagli uomini nelle aree congestionate delle grandi città e l’uso oggi così diffuso della radio che diffonde suoni musicali in ogni casa e nelle strade, tutto ciò produce effetti sui corpi degli uomini e su tutte le forme di vita, ma questo fatto diverrà evidente solo col passare del tempo. Alcune forme di vita del regno animale, ma soprattutto di quello vegetale, scompariranno e la risposta del meccanismo umano a questo mondo di suono, frastuono e musica in cui sarà sempre più immerso sarà estremamente interessante. (4 - 335/6).

(3) Dapprima ripetiamo l’ovvia verità che i mondi sono l’effetto del suono. Prima vita, poi materia; più tardi l’attrazione esercitata dalla materia sulla vita a scopo della sua manifestazione ed espressione, e l’ordinata disposizione di quella materia nelle forme necessarie. Il suono fu l’elemento di congiunzione, l’impulso propellente ed il mezzo d’attrazione. Il suono, in senso occulto e profondamente metafisico, sta per ciò che chiamiamo “il rapporto fra” ed è l’intermediario creatore, il terzo fattore collegante nel processo di manifestazione. (2 - 53/4).

(4) È una verità evidente dire che il suono è colore e il colore è suono, pure è così, e il tema che veramente cerco di sottoporre alla vostra attenzione non è tanto il suono come tale, ma gli effetti cromatici del suono. In questa lettera cerco di dare particolare risalto all’aspetto colore, pregandovi di ricordare sempre che tutti i suoni si esprimono con il colore. (2 - 205).

(5) Ognuno dei sette raggi emette il proprio suono, e così facendo mette in moto le forze che devono operare all’unisono con esso. (14 - 8).

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[160] SPAZIO

L’energia è ora considerata come tutto ciò che È; la manifestazione esprime un mare di energie alcune delle quali costituiscono forme, altre sono il mezzo in cui quelle vivono, si muovono e sono, ed altre ancora sono in processo di dar vita sia alle forme che al loro ambiente sostanziale. Si ricordi inoltre che esistono forme entro forme.

…. Ognuno di voi, quando si trova nella sua stanza, è una forma entro una forma — la stanza stessa è una forma entro una casa e questa (un’altra forma) è probabilmente una di molte case simili, sovrapposte oppure una accanto all’altra, e che tutte insieme compongono una forma ancora più grande. Pure, tutte queste varie forme sono composte di sostanza tangibile la quale, coordinata e messa insieme per mezzo di un progetto o di un’idea determinata nella mente di un pensatore, crea una forma materiale. Quella sostanza tangibile è composta di energie viventi, vibranti in reciproco rapporto, pur possedendo ciascuna una propria qualità ed una propria vita qualificata….

È opportuno osservare che l’intero universo è di natura eterica, o vitale, e che ha un’estensione tale da non poter essere concepita neppure dalla più vasta mente umana attuale, perché raggiunge cifre più che astronomiche. Tale estensione non può venir misurata neppure in termini di anni-luce; questa area eterica cosmica costituisce il campo per innumerevoli energie e la base di tutti i computi astrologici; è l’arena ove si svolgono tutti i cicli storici - cosmici, solari e planetari, ed è in rapporto con le costellazioni, con le stelle più remote, con mondi di soli e con i molteplici universi riconosciuti, e col nostro sistema solare, con i vari pianeti e con quello sul e nel quale ci muoviamo, viviamo e siamo; nonché con la piccolissima forma di vita nota alla scienza e forse indicata col termine privo di significato di “un atomo”. Tutto ciò esiste nello Spazio, che è di natura eterica, e, secondo quanto ci è detto dalla scienza occulta, lo Spazio è una Entità. La gloria dell’uomo risiede nel fatto che egli è consapevole dello spazio e può immaginarlo quale il campo della vivente attività divina, popolato di forme intelligenti attive, ognuna delle quali ha il proprio posto nel corpo eterico di quella sconosciuta Entità, tutte in rapporto fra loro in virtù del potere che non solo le tiene in vita ma conserva il loro posto particolare nel loro mutuo rapporto. Pure, ciascuna di queste forme differenziate possiede una propria vita differenziata una propria unica qualità o “colorazione” integrale, ed una propria specifica e peculiare forma di coscienza.

Il corpo eterico cosmico, per quanto immenso e d’estensione ignota, è tuttavia di natura limitata e statica (relativamente parlando) in quanto a capacità; conserva una forma di cui non conosciamo assolutamente nulla, ma che è la forma eterica dell’Entità Ignota. La Scienza esoterica dà a tale forma il nome di SPAZIO, che è l’area determinata nella quale ciascuna forma, da un universo ad un atomo, ha il proprio posto.

Si parla talvolta di un universo in via d’espansione, ma ciò che realmente si intende significare è una espansione di coscienza . . . (11 - 177/9).

Vedi anche: (6 - 396).

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[161] PAROLA

(1) Uno dei più importanti mezzi per lo sviluppo pratico, alla portata di tutti, grandi e piccoli, è la PAROLA. Chi sorveglia le proprie parole e parla soltanto con propositi altruistici affinché la sua bocca sia il mezzo per trasmettere l’energia d’amore, supera rapidamente i passi iniziali necessari per prepararsi all’iniziazione. La parola è la più occulta manifestazione esistente; è il mezzo di creazione e il veicolo della forza. Nel trattenere le parole, in senso esoterico, sta la conservazione della forza; nell’uso delle parole correttamente scelte ed espresse sta la distribuzione della forza d’amore del sistema solare, che preserva, rafforza e stimola. Solo a chi abbia qualche conoscenza di questi due aspetti della parola può essere concesso di stare al cospetto dell’Iniziatore e ricevere da quella Presenza certi suoni e segreti impartiti con l’impegno del silenzio.

Il discepolo deve imparare a tacere di fronte al male, dinanzi alle sofferenze del mondo, senza perdere tempo in inutili rimpianti e lamenti, ma dedicandosi ad alleggerirne il fardello, lavorando e senza sprecare energia in vane parole. Deve però parlare quando sia necessario incoraggiare, per fini costruttivi; esprimendo la forza d’amore che può fluire attraverso lui per alleggerire un carico, sollevare un fardello, ricordando che con il progredire dell’umanità l’elemento amore fra i sessi e la sua espressione saranno trasferiti su un piano superiore. Allora, mediante la parola pronunciata, e non con l’attuale espressione fisica, si realizzerà quel vero amore che unisce coloro che sono uniti nel servizio e nell’aspirazione.

Allora l’amore fra le unità della famiglia umana si manifesterà per mezzo della parola usata per creare su tutti i livelli, e l’energia che ora per la maggioranza si esprime attraverso i centri inferiori o della generazione, verrà trasferita al centro della gola. Questo è ancora un ideale molto lontano, ma già alcuni possono averne la visione e cercare, col servizio unito, la cooperazione amorevole e l’unità nell’aspirazione, nel pensiero e nello sforzo, di dar forma a quell’ideale, sia pure inadeguatamente. (1 - 74/5)

(2) Il discepolo che cerca di varcare la porta dell’Iniziazione non vi riuscirà fino a quando non avrà appreso il potere della parola e del silenzio…

Fino a quando l’uomo non comprende il significato della parola e non utilizza il silenzio delle alte sfere per produrre gli effetti voluti su un piano o sull’altro, non può avere accesso ai regni dove ogni suono ed ogni parola pronunciata causano risultati potenti nella materia… (1 - 198).

(3) Il significato occulto della parola… Quanto più grande è il progresso compiuto lungo il sentiero dell’accostamento ai misteri, tanto maggiore attenzione deve fare l’aspirante (con la parola). Questo è necessario per tre ragioni:

Anzitutto, dato il suo stadio d’evoluzione, può rafforzare le sue parole in un modo che lo stupirebbe, se potesse vedere sul piano mentale. Costruisce più accuratamente dell’uomo medio, la forma-pensiero che ne segue è vitalizzata più fortemente, e compie la funzione per la quale è inviata dal “Suono” o dalla parola con maggior precisione.

In secondo luogo, ogni parola pronunciata e la conseguente forma-pensiero costruita (a meno che si trovino sul sentiero superiore e non siano basate su impulsi personali) tendono a formare una barriera di materia mentale tra l’individuo ed il suo obiettivo. Questa materia o muro di separazione deve essere dissipata prima di poter progredire ulteriormente.

In terzo luogo, il parlare è in grandissima parte un modo di comunicare sui livelli fisici; sui livelli più sottili su cui sta il lavoratore, e nelle sue comunicazioni con i compagni di lavoro ed i collaboratori prescelti, avrà una parte sempre minore. La percezione intuitiva e la reciproca azione telepatica distingueranno i rapporti tra aspiranti e discepoli.

Chi riesce a comprendere l’importanza della parola, impara come parlare, quando parlare, che cosa si ottiene con la parola, e che cosa succede quando parla, è sulla giusta via per raggiungere la meta. (3 - 977/8).

(4) Ogni buon oratore fa un lavoro profondamente occulto. Un buon conferenziere (per esempio) fa su piccola scala un lavoro analogo a quello del Logos solare. Che cosa fece Egli? Pensò, costruì, vitalizzò. Perciò un conferenziere isola il materiale col quale costruirà la sua conferenza e che procederà a vitalizzare. Fra tutta la materia mentale del mondo, raccoglie la sostanza che individualmente cerca di usare. Poi ripete il lavoro del secondo Logos dandole una forma. Egli costruisce sapientemente la forma, e quando è costruita, termina facendo la parte della prima Persona della Trinità mettendovi il suo spirito, la sua vitalità e la sua forza in modo che sia una vibrante manifestazione vivente. (3 - 979).

(5) Nella manifestazione del piano fisico, siamo conosciuti per le nostre parole, siamo conosciuti per le nostre reticenze, per le cose che diciamo e per quelle che lasciamo inespresse, e siamo giudicati dalla qualità della nostra conversazione. Pensiamo alle persone in termini di ciò che dicono, perché le loro parole rivelano il tipo di materia mentale in cui lavorano, e la qualità dell’energia o vita che infondono alle parole. (3 - 980).

(6) Mediante la parola il pensiero è evocato e diviene presente; viene tratto fuori dall’astrazione e dalla condizione nebulosa, e materializzato sul piano fisico, producendo (anche se non lo vediamo) qualcosa di ben preciso sui livelli eterici…

La parola è una delle chiavi che aprono le porte di comunicazione tra gli uomini e gli esseri più sottili… Ma solo chi ha imparato a tacere ed è giunto alla conoscenza dei momenti opportuni per parlare può attraversare questo velo e stabilire certi contatti esoterici. La magia, ci viene detto nella Dottrina Segreta, consiste nel rivolgerci agli Dei col loro linguaggio; perciò le parole dell’uomo medio non possono raggiungerli.

Coloro, quindi, che cercano di imparare il linguaggio occulto, che anelano a divenire consapevoli delle parole che possono penetrare nelle orecchie di coloro che stanno dall’altra parte, e coloro che cercano di utilizzare le formule che daranno loro il potere sui Costruttori, devono disimparare il loro uso precedente delle parole ed astenersi dai metodi ordinari di parlare. Allora il nuovo linguaggio sarà loro, ed espressioni, parole, mantra e formule nuove saranno loro affidati. (3 - 981).

(7) Lo scopo della parola è di rivestire il pensiero, mettendolo così a disposizione degli altri. Quando parliamo evochiamo un pensiero, lo rendiamo presente e portiamo ciò che è celato dentro di noi in espressione sensibile all’udito. La parola rivela, la retta parola crea una forma a scopo benefico, mentre la parola errata può produrre una forma che ha un obiettivo malefico. (4 - 143).

(8) In ultima analisi, il primo problema del governo del mondo è l’uso assennato delle idee. Entra qui in gioco il potere della parola pronunciata, così come nella religione o nell’educazione quello della parola scritta o della pagina stampata. In politica, le masse sono trascinate dagli oratori, e mai come oggi, che s’impiega la radio. Grandi idee vengono incessantemente ripetute fino a frastornare il pubblico, le teorie della dittatura, del comunismo, nazismo, fascismo, marxismo, nazionalismo, e gli ideali democratici. Gli vengono presentati i metodi di questo o di quel gruppo di pensatori, senza lasciargli il tempo di considerarli, né di esaminarli con chiarezza. Vengono diffuse le antipatie di razza, si esprimono le preferenze e le illusioni personali, ingannando coloro che non sanno pensare. Chi ha la lingua pronta, chi ha il dono di saper giocare con le parole e proclamare con enfasi le sofferenze del popolo, chi sa destreggiarsi con le statistiche, il fanatico che ha un suo rimedio sicuro per i malanni della società, e chi ama alimentare gli odi di razza, possono sempre trovare seguaci. Uomini del genere possono facilmente capovolgere l’equilibrio di una comunità e condurre un gruppo di aderenti incapaci di pensare a successi e poteri effimeri, o alla cattiva fama e all’oblio. (14 - 179/80).

(9) Ognuno di voi acquisti quel dominio della parola che spesso è stato il vostro scopo, ma che raramente avete raggiunto, e ricordate che il fattore più potente nel dominio della parola è un cuore amorevole. Parole irruenti e terribili, odiosi pettegolezzi, insinuazioni crudeli, sospetti, attribuire moventi sbagliati e malvagi alle persone e ai popoli, e le divergenze d’atteggiamento che hanno separato le diverse nazioni del mondo, oggi sono dilaganti e hanno condotto il mondo alla presente situazione penosa. È tanto facile cadere nelle stesse abitudini di discorso e di pensiero che troviamo attorno a noi e trovarsi partecipi degli attacchi e dello spirito di odio. Guardatevi strenuamente da tutto ciò e non dite nulla che possa alimentare l’odio e il sospetto nei riguardi di qualsiasi razza, persona, gruppo o capo di gruppi e nazioni. Dovrete guardarvene attentamente, affinché neppure se in difesa di ciò che approvate, dal punto di vista personale o nazionale, non abbiate a ritrovarvi pieni d’odio e ad infrangere la legge dell’amore, l’unica legge che può salvare veramente il mondo. Forse la chiave del vostro successo lungo questa linea sarà il silenzio di un cuore che ama. ( 13 - 82).

(10) Altro fattore decisivo per me, è il saggiare la vostra capacità di serbare il silenzio finché non sia più necessario. Il silenzio è uno dei requisiti per l’iniziazione e ogni discepolo deve necessariamente impararlo. (5 - 78).

(11) Impara così a discernere quando parlare e quando stare in silenzio, ricordando che abolire la possessività e il riferimento a se stessi ridurrà la parola al suo valore spirituale essenziale. (6 - 551).

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[162] SPIRITO

(1) La natura dello spirito può essere rivelata in modo intelligibile solo agli iniziati di grado superiore, ossia a coloro che (per mezzo del lavoro effettuato alla terza iniziazione) sono stati messi in contatto cosciente con il loro “Padre nei Cieli”, la Monade. Gli studiosi di esoterismo, i discepoli e gli iniziati di grado inferiore sviluppano il contatto con l’anima o secondo aspetto, e solo quando questo contatto sia stabilito fermamente ci si può accostare al concetto superiore. (3 - 1229).

(2) La meta della realizzazione per l’uomo è la coscienza della natura dell’Anima, mezzo mediante il quale lavora sempre l’aspetto Spirito. Di più non può fare. Dopo aver imparato a funzionare come anima, distaccato dai tre mondi, l’uomo diventa parte attiva e cosciente dell’Anima che permea e pervade tutto ciò che è in manifestazione. Allora, e soltanto allora, la pura luce dello Spirito in sé gli diviene visibile mediante la giusta valutazione del Gioiello celato nel cuore del suo stesso essere; allora soltanto diventa consapevole di quel Gioiello più grande che è celato nel cuore della manifestazione solare. Anche allora, a quello stadio così avanzato, tutto quello di cui può essere consapevole, con cui può entrare in contatto e che può visualizzare, è la luce che emana dal Gioiello e la radiosità che vela la gloria interiore.

… È pertanto inutile che noi studiamo e consideriamo ciò che anche l’iniziato d’alto grado può percepire solo debolmente; è inutile che cerchiamo dei termini per esprimere quello che sta ben nascosto dietro tutte le idee e tutti i pensieri, quando il pensiero stesso non è compreso perfettamente, ed il meccanismo della comprensione non è ancora perfezionato. L’uomo stesso - una grande e specifica idea - non conosce la natura di quello che sta cercando di manifestare.

Tutto quanto possiamo fare è apprendere che esiste QUELLO che per ora non può essere definito, comprendere che sussiste una vita centrale che permea e pervade l’Anima e cerca di utilizzare la forma con la quale l’anima si esprime. Si può affermare che questo vale per tutte le forme, tutte le anime, umane, subumane, planetari e solari. (3 - 1231/2).

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