180-186

[180] GUERRA,

[181] WESAK, FESTA DEL,

[182] SAGGEZZA,

[183] PAROLE DI POTERE,

[184] PREOCCUPAZIONE E IRRITAZIONE,

[185] ZODIACO,

[186] CONCLUSIONE

[180] GUERRA

(1) Prima di tutto bisogna riconoscere che la causa di tutto il turbamento mondiale, delle guerre che hanno devastato l’umanità e della miseria così diffusa si può attribuire in gran parte a un gruppo di uomini egoisti che per secoli hanno sfruttato le masse e utilizzato il lavoro umano ai loro fini materialistici… Questo gruppo si è impadronito delle risorse e dei generi di consumo necessari alla vita civile; lo ha potuto fare in quanto possedeva e controllava le ricchezze, che teneva saldamente nelle mani. Ha dato vita alle enormi sperequazioni fra ricchi e poveri, ama il denaro e il suo potere, ha sostenuto governi e uomini politici, si è imposto all’elettorato, ha reso possibili le meschine politiche nazionalistiche, ha finanziato imprese mondiali e controllato il petrolio, il carbone, l’energia elettrica, i trasporti; dirige, palesemente o in segreto, le attività bancarie.

La responsabilità della miseria, diffusa oggi ovunque, grava su certi grandi gruppi di affaristi, banchieri, monopolisti, amministratori d’immense società, che operano in rapporto fra loro e solo per guadagni personali o delle loro società. (7 - 70/1).

(2) S’inizia la guerra fra gli interessi egoistici monetari e le moltitudini umane che chiedono giustizia e perequazione delle ricchezze del mondo. (7 - 72).

(3) La guerra può essere, ed è, un assassinio di massa quando il movente è sbagliato. Può essere il sacrificio e l’azione giusta, quando il movente è giusto. Uccidere un uomo che sta ammazzando un inerme non è considerato assassinio. Il principio rimane il medesimo, sia che si tratti di ammazzare un uomo che sta commettendo un assassinio, o di una nazione in guerra contro gli indifesi. (13 - 180).

(4) La morte, nel processo distruttivo della guerra, è governata dalla volontà, direttiva e ciclica, del Logos planetario, elaborata nel Concilio di Shamballa. Gli Esseri che colà reggono le sorti del mondo sanno quando il rapporto fra il male planetario e le Forze della Luce o del Bene hanno raggiunto una fase di “antagonismo esplosivo”, ed allora occorre dargli libero sfogo, se si vuole che il proposito divino si attui senza arresti. L’esplosione è dunque permessa, ma sempre controllata, anche se l’uomo non se ne accorge. Quegli Esseri (Che attuano la volontà divina) non sono per nulla identificati con la forma, e quindi possono valutare con giustezza l’importanza relativa di vivere in una forma, la cui distruzione non è, per Essi, la morte quale intesa dall’uomo, ma un puro e semplice processo di liberazione. La paura della morte è sempre alimentata dalla ristrettezza di vedute di chi s’identifica con la forma…

La causa di qualsiasi guerra si annida sempre nel senso di separazione. È un individualismo radicale, un isolazionismo deliberato e compiaciuto che scatena le cause secondarie della guerra: avidità, che sconvolge l’assetto economico; odio, che genera attrito fra i popoli e nel loro interno; crudeltà, che causa sofferenza e distruzione. (17 - 431/2).

(5) La guerra (1914-1945) fu esempio calzante dello strano modo di operare di questa Legge (strano per le limitate visioni dell’uomo). Gli uomini perirono a milioni. A milioni ebbero a soffrire crudelmente nel fisico, e più numerosi ancora patirono (e patiscono) agonia mentale per l’incertezza e la miseria. Ciononostante, per la Legge di Perfezione, si ebbero due grandi risultati di natura spirituale:

1. Molte anime si affrancarono da una civiltà arretrata e decadente — tale è giudicata dalla Gerarchia — e faranno ritorno, con corpi migliori, in epoca di civiltà e cultura più conformi alle esigenze dell’uomo spirituale. La ragione prima per tale immensa distruzione di forme vecchie (fisiche, emotive e mentali) è appunto questa: esse imprigionavano totalmente l’anima e impedivano ogni vero progresso a intere moltitudini umane.

2. Ricchi o poveri, intelligenti o ignoranti, gli uomini oggi riconoscono e chiaramente comprendono, sempre meglio, che felicità e successo non dipendono dai possessi o dai beni materiali. (17 - 661).

(6) Il significato spirituale di questo evento (la guerra mondiale) è molto maggiore di quanto si sia finora capito. Fu un punto di svolta mondiale decisivo; l’umanità si riorientò al bene; ricacciò indietro le Forze del Male e chiarì una volta per sempre (cosa nuova e necessaria) la netta distinzione fra male e bene, non in senso teologico, quale stabilito dal clero, ma in modo pratico e palese. Esso è posto in luce dal dissesto economico generale e dall’avidità degli uomini preminenti d’ogni popolo. L’umanità (per la chiara distinzione fra male e bene) si è risvegliato al fatto dello sfruttamento materialistico, si è accorta che le manca la vera libertà e che l’individuo ha sacrosanti diritti da esso ancora non rivendicati. Ovunque è apparsa evidente la capacità di opporsi alla schiavitù. Che poi coloro che combattono per la libertà usino metodi errati e sovente cerchino di opporsi al male con il male, è perfettamente vero, ma si tratta solo di una fase transitoria e di tecniche ancora inadeguate; alla Gerarchia ciò appare essere di natura temporanea (anche se può sembrare assai duraturo agli uomini). (17 - 666/7).

(7) Gli uomini si occupano degli effetti e non delle cause; per esempio, il genere umano si preoccupa della guerra e degli orribili preparativi di altre guerre, e non si preoccupa anzitutto di ciò che causa la guerra e che, se trattato in modo giusto impedirebbe la guerra. (18 - 730).

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[181] WESAK, FESTA DEL

(1) La festa del Wesak (plenilunio di maggio) si celebra da secoli in una nota valle dell’Himalaya (se solo i fedeli volessero crederlo), allo scopo di:

1. Comprovare che il Cristo è sempre esistito fisicamente fra di noi dal giorno della Sua cosiddetta dipartita.

2. Dimostrare (sul piano fisico) l’effettiva solidarietà esistente fra le religioni orientali e occidentali. Tanto il Cristo che il Buddha sono presenti.

3. Costituire un punto di collegamento e d’incontro per coloro che ogni anno, in sintesi e simbolicamente, collegano e rappresentano la Casa del Padre (Shamballa), il regno di Dio (la Gerarchia) e l’Umanità.

4. Dimostrare la natura del Cristo quale grande Intermediario prescelto, rappresentante della Gerarchia spirituale e Capo del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo. Egli sostiene la richiesta dei suoi membri affinché l’esistenza del regno di Dio sia riconosciuta.

Forse uno dei più importanti messaggi per chi legge queste parole è la grande verità ed il fatto della presenza fisica del Cristo sulla Terra in questo momento, del Suo gruppo di discepoli e collaboratori, della loro opera volta al bene dell’umanità e del loro stretto rapporto. (8 - 45/6), (13 - 599).

(2) Il 1946 segna l’inizio di un ciclo nel quale l’umanità sarà più strettamente implicata nelle festività di quanto lo sia mai stata, e potrà svolgervi una parte molto più importante di quanto abbia mai fatto prima. La festa del Wesak è celebrata da lungo tempo in molti paesi e, col procedere del tempo e con l’istruzione di massa, la riunione tenuta al Plenilunio di Maggio assumerà grande importanza, ma la sua nota dominante sarà cambiata. Non è stato ancora annunciato quale sarà la nuova e non lo sarà ancora per 35 anni. Come indicai in precedenza, il suo significato e quello del Venerdì Santo appartengono al passato e la loro utilità è quasi esaurita. È intenzione del Buddha e del Cristo che in ogni paese un giorno debba esservi qualcuno che agirà come loro rappresentante al momento delle due feste, in modo che la distribuzione d’energia spirituale proveniente dal primo dei grandi aspetti o raggi sarà diretta dal Buddha (e più tardi da Shamballa) al Cristo, e poi dal Cristo ai discepoli di ogni paese che possono essere adombrati, e agire così da canali per la corrente diretta d’energia.

Al Plenilunio di giugno si seguirà il medesimo procedimento, tranne che la partecipazione di Shamballa sarà meno importante, e con la differenza che alla festa di Maggio sarà adombrato un discepolo di primo raggio, mentre alla festa di Giugno sarà un discepolo di secondo raggio che rappresenterà in ogni paese il Cristo. Potrà trattarsi sia del raggio dell’anima che di quello della personalità del discepolo. (13 - 553).

(3) Nessun prezzo è troppo alto da pagare per essere utili alla Gerarchia nel plenilunio di maggio, il Wesak; nessun prezzo è troppo alto per raggiungere l’illuminazione spirituale che può essere possibile specialmente in quel momento. (5 - 629).

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[182] SAGGEZZA

(1) La saggezza è in rapporto con lo sviluppo della vita entro la forma, col progresso che lo spirito compie mediante i veicoli o corpi sempre mutevoli e con le espansioni di coscienza che si succedono di vita in vita. Si riferisce all’aspetto vita dell’evoluzione. Poiché la saggezza riguarda l’essenza delle cose e non le cose stesse, è l’apprendimento intuitivo della verità, indipendentemente dalla facoltà di ragionamento; è l’innata percezione che può distinguere tra vero e falso, tra reale ed irreale. Ed è più di questo, poiché anche la crescente capacità del Pensatore di penetrare sempre più nella mente del Logos, di comprendere la vera essenza del grande scenario dell’universo, di vederne lo scopo e armonizzarsi sempre maggiormente con quanto è superiore… Possiamo anche dire che è la graduale fusione del sentiero del mistico con quello dell’occultista: l’erigere il tempio della saggezza sulle basi della conoscenza.

La saggezza è la scienza dello spirito, come la conoscenza lo è della materia. La conoscenza è separativa ed oggettiva, mentre la saggezza è sintetica e soggettiva. La conoscenza divide, la saggezza unifica.

…La saggezza si riferisce all’unico sé, la conoscenza al non sé, mentre la comprensione è il punto di vista dell’Ego, o Pensatore, o il rapporto fra i due. (1 - 11/2).

(2) La saggezza, mossa e motivata dall’amore, applicata con intelligenza ai problemi del mondo, oggi è molto necessaria e ancora non si trova, salvo che in poche anime illuminate di ogni nazione, d’ogni nazione, dico, senza eccezione. Occorre che gli uomini capaci di amare con saggezza e di comprendere l’aspirazione comune siano molto più numerosi, prima che si possa vedere e conoscere la prossima realtà, ed emergere dalle tenebre che stanno dissipandosi. (14 - 342)

(3) Saggezza è abilità nell’azione, frutto dell’amore e del lume della comprensione; è consapevolezza dei requisiti e capacità di fondere in un rapporto sia l’esigenza che quanto la soddisfa. (16 - 494).

(4) La Saggezza è l’applicazione illuminata della conoscenza, mediante l’amore, agli affari degli uomini. (13 - 467).

(5) La saggezza prende il posto della conoscenza quando, nei fuochi di trasmutazione della lotta, del dolore e dell’arduo lavoro, l’aspirante si trasforma in discepolo attivo e viene gradualmente assorbito dalla Gerarchia. (6 - 394).

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[183] PAROLE DI POTERE

(1) Base d’ogni fenomeno manifestato è il suono, o la Parola espressa con potere, ossia sostenuta dal pieno proposito della volontà. In ciò, come sappiamo, sta il valore della meditazione, perché col tempo essa produce il dinamico proposito e raccoglimento interiore, o quell’ideazione interna che invariabilmente precede qualsiasi suono creativo. (1 - 150).

(2) L’iniziato deve imparare ad emettere suoni coscientemente, ottenendo risultati voluti ed esatti; a pronunciare parole con piena consapevolezza delle conseguenze su tutti i piani; a creare forme e dirigere energia mediante suoni sacri, favorendo così i fini dell’evoluzione. (1 - 155).

(3) L’aspirante deve… vigilare le proprie parole ogni istante di ogni giorno. Questa è una affermazione semplice, ma molto difficile in pratica. Chi vi riesce si avvicina rapidamente alla liberazione. Non si allude qui alla reticenza, alla scontrosità, né al silenzio che spesso contrassegnano nature poco evolute e che in realtà sono soltanto indici di incapacità di esprimersi, ma si riferisce all’uso controllato delle parole per attuare certi fini, e al trattenere l’energia della parola quando questa non è necessaria. Ciò è ben diverso ed implica la comprensione dei cicli e dei momenti opportuni. Presuppone la conoscenza del potere del suono e degli effetti prodotti dalla parola; implica la conoscenza delle forze costruttive della natura e il loro uso corretto, e si basa sulla capacità di dirigere la sostanza mentale e metterla in moto per ottenere risultati nella sostanza fisica, in accordo con il proposito chiaramente definito del Dio interiore. È il risplendere del secondo aspetto del Sé, l’aspetto Vishnu o costruttore di forme, che è la principale caratteristica dell’Ego sul proprio piano. Sarà utile riflettere su ciò. (1 - 156/7).

(4) Ogni parola differenziata o sintetizzata produce effetti nei regni devici e perciò sulla costruzione delle forme della manifestazione. Non vi è suono che non susciti risposta corrispondente nella sostanza devica, costringendo miriadi di piccole vite ad assumere forme specifiche… La maggior parte degli uomini costruisce inconsciamente e le forme create sono benefiche o malefiche secondo il movente o il proposito. (1 - 159).

(5) Le parole di potere, gli antichi mantra (come il Padre nostro) e la Grande Invocazione, sono efficaci soltanto se usati sul piano mentale e con il potere di una mente controllata, concentrata sul loro intento e significato, a sostegno delle parole pronunciate. Allora diventano potenti. Pronunciate con il potere dell’anima quanto con l’attenzione diretta della mente, diventano automaticamente efficaci in modo dinamico. (13 - 144).

(6) Le parole di potere (e questo vale anche per l’O.M.) hanno tutte origine di secondo raggio… Sono perciò destinate ad essere usate dall’anima, perché l’anima è l’espressione del secondo aspetto della divinità e soltanto l’anima può realmente usare queste parole e questi suoni, producendo così i risultati desiderati, che sono sempre conformi al Piano divino. Spesso si dimentica che devono essere usate dall’anima in modo dinamico, ciò che implica il serio riconoscimento dell’aspetto volontà. ( 13 - 145).

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[184] PREOCCUPAZIONE E IRRITAZIONE

(1) Ma ritorniamo alle più comuni di tutte le cause di disordini: l’ansia e l’irritazione. Oggi sono più potenti che mai, per le ragioni seguenti:

1. La situazione del mondo è tale, e tali ne sono i problemi e l’incertezza, che nessuno ne è esente. Tutti, chi più, chi meno, ne risentono.

2. I sistemi di comunicazione si sono così sviluppati, e gli uomini vivono così ammassati — in gruppi piccoli o grandi — che scambi reciproci sono inevitabili, e più frequenti che mai. “Se un uomo soffre, tutti gli altri ne patiscono” — è un detto antico, ma nuovo nelle sue implicazioni, e oggi realizzato per la prima volta.

3. La sensibilità dell’apparato umano è così accresciuta che gli uomini percepiscono gli stati mentali ed emotivi l’uno dell’altro in misura maggiore. Così alle loro proprie ansietà si aggiungono quelle del prossimo.

4. Per via telepatica, e per una migliorata facoltà di previsione, gli uomini oggi assommano, alle difficoltà altrui, o di altre comunità, anche quelle che sono probabili, ma che forse non accadranno mai.

Vedete, da tutto ciò, com’è difficile vivere. È ovvio pertanto che le questioni attinenti all’ansia e all’irritazione… sono numerose, e occorre considerarle.

Perché sono tanto gravi e pericolose?

1. Scemano la vitalità a tal punto che si resta predisposti alla malattia. Il flagello dell’influenza è proprio causato dalla paura e dall’ansia, e quando il mondo si sarà liberato dall’attuale stato di panico, quel male sparirà.

2. Sono astralmente così contagiose che abbassano la vibrazione dell’atmosfera di quel livello al punto da rendere difficile all’uomo, sempre in senso astrale, di respirare liberamente.

3. Sono condizioni astrali oggi così diffuse che si possono considerare come epidemiche in senso planetario.

4. L’irritazione (non l’ansia) produce infiammazioni che sono penosissime. È da notare che certe infermità che colpiscono gli occhi sono appunto suoi effetti.

5. Ansia e irritazione impediscono la chiara visione. Chi ne è vittima non vede altro che i suoi mali, e sprofonda in uno stato nettamente negativo, perché si commisera, e la sua vista si offusca, con danno per il gruppo cui appartiene. Ricordate che l’egoismo può essere, oltre che individuale, collettivo. (17 - 69/71).

(2) Ben poco si può fare, quando sventure e grave tristezza e ansietà sopraffanno un discepolo, se non assisterlo con amore, inviargli pensieri risanatori ed evocare la forza interiore dell’anima, che possa usare i veicoli. (5 - 564).

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[185] ZODIACO

(1) L’astrologia stranamente si fonda sull’illusione, poiché lo zodiaco come sapete, non è che il percorso immaginario del sole nel cielo, visto per giunta da un pianeta insignificante come il nostro. Il sole non è, come uso dire, in questo o quel segno dello zodiaco. Sembra esservi, mentre in un certo tempo o una certa stagione transita fra questa piccola sfera e le costellazioni. (16 - 4)

(2) All’umanità, il giro del Sole attorno allo zodiaco pare lento e laborioso, poiché richiede (nel tempo) 25.000 anni circa. (16 - 81).

(3) Dobbiamo tener presente che stiamo entrando in un altro grande giro dello Zodiaco, e ciò coincide con l’attività zodiacale minore, perché l’Acquario governa il prossimo ciclo maggiore di 25.000 anni ed è anche il segno nel quale ora entra il sole per un periodo di 2300 anni; un evento straordinario e pieno di significato per la nostra storia planetaria; è una coincidenza di cui il nostro Logos planetario è ben consapevole e del quale fa uso pieno e intelligente. (13 - 567).

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[186] CONCLUSIONE

(1) Concludo con un appello a tutti coloro che leggono queste istruzioni affinché riuniscano tutte le loro forze, rinnovino il loro voto di dedizione al servizio dell’umanità, subordinino le proprie idee e i propri desideri al bene del gruppo, distolgano lo sguardo da se stessi e lo fissino nuovamente sulla visione, si trattengano da discorsi oziosi, critiche, pettegolezzi e insinuazioni, leggano e studino in modo che il lavoro possa procedere con intelligenza. Che tutti gli studenti, in quest’ora di emergenza e opportunità in rapido sviluppo, decidano fermamente di sacrificare tutto ciò che possiedono per aiutare l’umanità. Questo è il momento della necessità e della richiesta. Questa è l’ora dell’urgenza e faccio appello a tutti voi che cerco di aiutare, affinché vi uniate allo strenuo sforzo dei Grandi Esseri. Essi s’impegnano giorno e notte per alleviare l’umanità e per controbilanciare il male e i disastri inerenti all’attuale situazione. Vi offro l’occasione e vi dico che siete tutti necessari, anche il più modesto fra di voi. Vi assicuro che gruppi di studenti operanti all’unisono e con amore fermo e profondo gli uni per gli altri, possono ottenere risultati di rilievo.

Che ciascuno di voi possa lavorare in questo senso, dimenticando se stesso di fronte alla necessità del mondo, questa è la sincera preghiera e la più profonda aspirazione del vostro fratello, IL TIBETANO. (4 - 639/40).

(2) L’identificazione con l’aspetto forma della vita, che data da tempi remoti, non è facile da superare e il compito è lungo e arduo, ma tale da promettere un felice esito finale, purché sostenuto da chiaro pensiero, serio proposito e ordine scientifico. (10 - 265).

(3) La VIA si apre davanti a loro ed essi (discepoli e aspiranti) finiranno per riconoscere la luce. La necessità del servizio compiuto da uomini e donne liberi da illusione e annebbiamento non è mai stata così drammaticamente attuale come oggi, ed è per questi potenziali servitori, così necessari, che ho scritto. La mia più ardente preghiera è che l’Angelo della PRESENZA faccia sentire la sua vicinanza e vi ispiri ad attraversare con coraggio i fuochi del terreno ardente; il mio più profondo desiderio è che percepiate la PRESENZA che, passato quel terreno in fiamme, vi guidi a più intensa attività. L’augurio è che la luce risplenda sulla vostra via e rechi i frutti del travaglio e delle lotte che hanno caratterizzato la vostra vita. Vi chiamo a un impegno più attivo e costante. IL TIBETANO. (10 - 271/2).

(4) La serie di testi sull’occultismo e sulle forze occulte che ho scritto è da intendersi come un seguito di segnali indicatori, o di fari sulla via della conoscenza. Contengono indicazioni e suggerimenti ma devono essere interpretati da chi studia secondo la luce che è in lui. Esamini ciò che accade intorno a lui alla luce del Piano e della conoscenza impartita in queste pagine, e poi rintracci per suo conto l’apparire della natura psichica istintiva di Dio nelle vicende del mondo e nella sua propria vita, poiché ciò avviene di continuo. E ricordi che egli stesso è dotato di una natura psichica che è parte di un tutto maggiore, e quindi soggetta a impressioni dalle sorgenti divine. Coltivi in sé la tendenza alla sintesi; il proposito: “non sarò separativo nella mia coscienza” sia dominante nella sua vita giornaliera. (15 - 234/5).

(5) Non dirò altro per ora. Ho voluto indicarvi cose che sono certo possibili. Seguendo questi suggerimenti e lavorando con intelligenza, con ogni probabilità l’opera della Gerarchia e del Cristo ne sarà potentemente accelerata. La necessità e l’occasione esigono giusta comprensione, nonché gioiosa collaborazione e sacrificio di voi stessi, del vostro tempo e denaro, nel tentativo di rendere possibile la nostra opera. Non farò altro appello al vostro aiuto. Ho cercato di educarvi ai nuovi ideali e all’opera del nuovo gruppo di servitori del mondo. La responsabilità di agire correttamente e di raggiungere il pubblico è degli aspiranti e dei discepoli che leggono queste parole. Non vi è nulla che io, personalmente, possa fare. E il vostro tempo (e ognuno di voi, senza eccezione, può darne) che il Cristo e l’umanità oggi reclamano. Chiediamo la vostra attività e capacità di raggiungere coloro che potete avvicinare. È il vostro denaro che ci occorre per raggiungere gli uomini che aspettano. La vostra meditazione e l’intensa cooperazione interiore costruiranno il canale tramite cui lo spirito di pace potrà operare e potranno entrare le forze della luce. La Gerarchia attende. Ha fatto quanto poteva secondo la Sua opportunità. Il Cristo attende in silenzio, attento al lavoro che concreterà la Sua opera in terra, e gli permetterà di terminare l’opera compiuta duemila anni or sono in Palestina. Il Buddha si libra sul pianeta, pronto a compiere la Sua parte, se l’umanità gliene darà l’occasione. Vi prego di notare quanto ho detto. Tutto dipende dalla giusta azione degli uomini di buona volontà. (15 - 750/1).

(6) Questa è l’ora della massima occasione per l’umanità, e se supererà (con la forza dell’anima) questo male presente, la sua evoluzione sarà accelerata oltre quanto si credeva possibile. Sarà una liberazione, iniziata e conseguita da essa stessa, e che tanto conta nella vita dell’umanità quanto in quella del singolo discepolo. Questa occasione non deve andare perduta; i valori spirituali ed eterni conquistati sono assai più importanti che l’angoscia temporanea.

Quando pensate a Noi, nei Nostri cosiddetti sicuri rifugi, non potete immaginare come la capacità d’identificarsi con il dolore del mondo, e la sensibilità all’infelice condizione umana, facciano del Nostro compito di sostegno una suprema angoscia spirituale. Noi comprendiamo le profondità di reazione umane, perché siamo una cosa sola con tutti gli uomini. È inclusività assai maggiore che non possiate comprendere, e può essere espressa solo dicendo “identificazione”. La Gerarchia ha bisogno del saldo appoggio di tutti i discepoli, del loro amore costante, della lealtà, della risposta incondizionata alle necessità umane per portare più agevolmente il pesante fardello del Karma umano che Essa porta volontariamente.

Lo farete? Volete aiutare il Nostro lavoro in ogni possibile modo, tanto come personalità dedicate al servizio, che come anime sulla Via illuminata? L’umanità ha bisogno d’amore e di luce, la Gerarchia ha bisogno di canali e di collaboratori in Terra, e ciò può trarre da voi tutto quel che avete da dare ed evocare l’anima (unica vera ricompensa del discepolo) nel potere e nell’amore. E così sarà, se dimenticherete il sé minore. (5 - 101).

(7) Il discepolo procede di stadio in stadio, da luce a luce, da percezione a percezione, da forza ad energia, dalla polarizzazione personale all’integrazione egoica e quindi dall’anima allo spirito, dalla forma alla vita. Ha esplorato tutte le vie della conoscenza; è disceso nelle profondità, nell’inferno e nelle valli; ha scalato il monte dell’iniziazione, e da quella vetta si è lanciato oltre lo spazio e il tempo; ha perduto ogni interesse per sé ed è un punto focale di pensiero nella mente di Dio. Posso dirvi di più? Credo di no, fratelli miei. E così pongo fine a questa serie d’istruzioni: la mia responsabilità in proposito è terminata. Ora comincia la vostra. (5 - 773).

(8) Tutto quel che spero e per cui prego è che la vostra volontà individuale possa fondersi nella volontà divina, che la rivelazione aumenti sempre più, e che percorriate con accresciuta risoluzione il Sentiero che va dalle tenebre alla luce e dalla morte all’immortalità. (18 - 718).

(9) Possano l’amore e la luce risplendere sul vostro cammino, e possiate a tempo debito e col minimo indugio possibile stare davanti all’iniziatore e raggiungere le file di Coloro Che — attivamente e coscientemente — amano i Loro simili, lavorano come Energie ricostruttrici e rigeneratrici e per sempre — SERVONO.

Firmo col mio nome, quale Maestro Djwhal Khul, perché la mia identità è stata rivelata.

IL TIBETANO. (18 - 738).

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